Massacrato a 15 anni, denunciati due giovanissimi: nella gang della metro anche i figli del boss

Massacrato a 15 anni, denunciati due giovanissimi: nella gang della metro anche i figli del boss
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 14 Gennaio 2018, 10:46 - Ultimo agg. 12:32
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La fermata della metropolitana è diventata il loro «territorio di caccia». Nello sciamare di centinaia e centinaia di passeggeri e pendolari che ogni giorno si imbarcano sui vagoni gialli della «Linea uno», che collegano il centro alla periferia nord di Napoli, prima o poi qualcuno finisce nel mirino del branco: un gruppo di ragazzini dai 10 ai 15 anni, il cui unico divertimento sembra essere quello di trasformare il terminal del metrò in una specie di ring. Pestaggi e rapine.
 


La Questura di Napoli è sulle tracce del gruppo di giovanissimi violenti che venerdì sera - intorno alle 18,30 - ha mandato in ospedale Gaetano, il 15enne di Melito massacrato a calci e pugni sferrati con inaudita, gratuita violenza sotto gli occhi di decine di testimoni. Due, al momento, i minori denunciati per le lesioni gravissime: hanno 14 e 15 anni. L'aggressione ha provocato lo spappolamento della milzadi Gaetano, i medici hanno dovuto operarlo per asportargliela. Ma in questo assurdo rigurgito di gratuita violenza la baby gang ha agito anche sotto i riflettori delle telecamere di videosorveglianza della stazione di Piscinola. E adesso, grazie a quei preziosi fotogrammi, la polizia ha elementi investigativi forti, capaci di dare un volto e un nome agli aggressori.

Tutti minorenni. Dall'analisi di quei video gli investigatori sarebbero in grado di identificare i violenti. La comitiva di balordi era composta da almeno 10-15 soggetti. La gran parte ha preso parte al pestaggio dell'adolescente che - in compagnia di due cuginetti - era sceso dal metrò collinare per dirigersi in autobus verso casa, a Melito. Chi ha visto quelle immagini parla di una scena raccapricciante. La sequenza dell'aggressione è rapida: si nota un manipolo di ragazzini che accerchiano Gaetano e iniziano a insultarlo, per poi accerchiarlo colpendolo prima al viso, poi al petto e alle spalle. Il 15enne crolla, cade in terra: ed è a quel punto che la vigliaccheria arriva al culmine. Almeno in due, tra gli aggressori, gli sferrano calci all'addome e alla schiena. La vittima è sola, cerca aiuto, ma nessuno interviene. La gente guarda e scappa via.
 
I sistemi di videosorveglianza attivi nel piazzale esterno alla fermata della stazione di Piscinola - lembo estremo della periferia settentrionale di Napoli - consentiranno di chiudere il cerchio intorno al branco. Secondo indiscrezioni filtrate (a coordinare l'indagine è la Procura dei minori guidata da Maria de Luzenberger con due suoi sostituti) tra gli aggressori comparirebbero anche almeno due, forse anche tre ragazzini figli di pregiudicati per associazione camorristica o di persone già note alle forze dell'ordine.

Chi ha visto, chi era presente al momento dell'aggressione racconta: «Erano almeno in dieci, tutti ragazzini. Uno potrà avere avuto non più di 10 anni. Sono probabilmente gli stessi che già un paio di mesi fa si divertirono a prendere a ceffoni un disabile ventenne appena sceso dal convoglio che collega piazza Garibaldi con Piscinola». Stando ai racconti di molti passeggeri abituali che utilizzano la Linea 1 della metropolitana di Napoli - gli agguati, i tentativi di rapina e le risse pare siano diventati la regola all'uscita del metrò. Siamo in quel triangolo a due passi dall'incrocio che congiunge tre quartieri molto popolosi e ad alta densità criminale: Miano, Piscinola e Scampia.
Fase delicata. Un fatto è certo: siamo nel vivo di un'indagine delicata e complessa che sta per chiudere il cerchio intorno a chi ha rischiato di uccidere un 15enne. Sin dai primi minuti successivi alla brutale aggressione di Gaetano il questore di Napoli, Antonio De Iesu, ha voluto mobilitare tutte le forze interessate sul campo. Indagano gli agenti di due commissariati (Scampia e Chiaiano), affiancati dai colleghi della Squadra mobile nonché dagli esperti del Gabinetto regionale della Polizia scientifica.

Sono momenti delicati, in quanto si tratta - dopo avere identificato chi ha colpito il ragazzo - di definire i singoli comportamenti, le condotte delittuose e soprattutto le responsabilità da contestare a ciascuno. Già nelle prossime ore l'indagine potrebbe arrivare ad una svolta.

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