Matrimonio alla Reggia di Caserta,
spunta il giallo dei parcheggi

Matrimonio alla Reggia di Caserta, spunta il giallo dei parcheggi
di Lorenzo Calò
Martedì 9 Gennaio 2018, 23:00 - Ultimo agg. 10 Gennaio, 15:10
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Caserta. Le nozze da favola alla Reggia di Caserta lasciano una scia di polemiche più lunga dell’abito nuziale indossato dalla sposa. Con una venatura di giallo condita dalla surreale incomunicabilità di enti pubblici che si scrivono ma non si intendono. E così già oggi potrebbe finire in Procura il dossier sulle autorizzazioni concesse a un mini esercito di auto e caravan per i quali era stato chiesto il permesso di accedere all’area antistante Palazzo reale e sostarvi per tutto il tempo della memorabile festa. A sollevare il caso è stato il Comune di Caserta che si è ritrovato - depositata agli atti - un’istanza per l’accesso di trenta vetture e altrettanti mini-caravan (con noleggio con conducente) finalizzati al trasporto dei circa 250 invitati al matrimonio di Angela Ammaturo, ad del marchio di moda “Frankie Morello” e figlia di una nota famiglia di imprenditori del settore petroli, con Francesco Rossi Guarnera a sua volta imparentato con personalità del mondo industriale conosciute in Italia e all’estero. Solo che - primo incomprensibile intoppo - nella comunicazione ufficiale notificata al Comune non si parla di matrimonio (quindi di cerimonia privata) ma genericamente di «evento di moda».

Il giallo però sembra infittirsi dal momento che a richiedere l’autorizzazione al Comune di Caserta, per conto della società Urban Production curatrice dell’evento, è stato Maurizio Gemma, direttore di Film Commission, la fondazione regionale che si occupa della promozione in house del settore cinematografico. E siamo al secondo intoppo, che ha fatto scattare la risposta dell’amministrazione casertana articolata in due punti: una nota ufficiale del sindaco Carlo Marino e l’affidamento dell’intero dossier all’ufficio legale per valutare eventuali profili di illegittimità - trattandosi di enti pubblici - da segnalare all’autorità giudiziaria. «In merito a quanto svoltosi lo scorso 5 gennaio alla Reggia di Caserta - recita l’informativa di Palazzo Castropignano - il Comune intende precisare che l’ente era stato destinatario di richieste di transito di mezzi in vista di un evento di moda. Per tali ragioni ha autorizzato il passaggio, il parcheggio e il carico e scarico merci in viale Douhet solo ed esclusivamente ai veicoli a servizio della manifestazione programmata per quella sera. Tutto ciò in quanto non era possibile raggiungere la Reggia da via Gasparri, visto che in piazza Gramsci era in programma un’altra manifestazione. Non è stata, dunque, rilasciata alcuna autorizzazione per il trasporto privato di persone dinanzi alla Reggia. La sosta in viale Douhet è stata concessa, come già avvenuto per altri tipi di eventi utili alla promozione del grande patrimonio culturale costituito dalla Reggia e dell’intero territorio, al solo fine di garantire un adeguato supporto alla buona riuscita dell’evento. Tutto è stato fatto nella convinzione che si trattasse realmente di uno spettacolo di moda e non certo di una cerimonia privata». Ecco anche perché ieri mattina tra i corridoi del municipio si aggirava un sindaco Marino furibondo: appena tornato da un breve periodo di vacanza si è trovato subito una tegola piovuta all’improvviso.

 

Immediata la convocazione del capo della Polizia municipale Luigi De Simone al quale è stata chiesta un’informativa scritta sull’episodio. «Questa è materia da ufficio legale ed eventualmente da Procura», ha sibilato il primo cittadino. Anche perché, a ben leggere il documento firmato dal direttore di Fc, l’intera responsabilità dell’operazione è stata posta in capo alla società Urban Production: «...sarà sua cura presidiare il varco tramite personale qualificato, anche a bordo di un’automobile, fino al ricollocamento della fioriera nella sua posizione originaria». E qui entra in gioco il terzo attore, la società milanese specializzata nell’organizzazione, allestimento e gestione di grandi eventi internazionali che dal 1985 opera nelle principali capitali europee anche in siti di interesse storico-artistico. Per il matrimonio di Angela e Francesco ha mobilitato una falange di 200 persone tra addetti al montaggio, elettricisti, scenografi e fioristi.

Uno di questi ultimi, purtroppo per lui, è finito immortalato mentre nel tentativo di sistemare l’infiorata cavalca il leone di marmo lungo lo scalone di accesso al piano nobile di Palazzo reale. È stato identificato? Ancora no.

Nulla ne sanno i custodi della Reggia, nulla ne sa il manager Mauro Felicori che pure ha annunciato un’inchiesta, nulla dicono di sapere i coordinatori dell’evento. Insomma, per riprendere la fulminante battuta dello stesso direttore della Reggia «un fiorista sul leone è come un turista su un albero»: sarà pure vero che qualcosa ai controlli è sfuggito ma sulla vocazione all’happening di lusso il monumento vanvitelliano di Caserta sembra non voler fare passi indietro. Una linea per altro confermata e confortata dalle dichiarazioni di Giuliano Volpe, presidente del consiglio superiore dei Beni culturali che al Mattino ha parlato della querelle sull’utilizzo o meno della Reggia anche per i matrimoni bollandola come «polemica provinciale. In Grecia ho pranzato persino in un ristorante sull’Acropoli - ha detto - a Pompei sono dovuto andare in autogrill». Dunque, porte aperte al wedding nel Paese della cultura dove l’arte finisce in affitto e una cerimonia di nozze può essere anche contrabbandata per una sfilata di moda. Tanto alla fine dell’incantesimo quella flotta di auto e caravan sarà trasformata in zucche e topini.

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