Gran Bretagna, rimpasto di governo ma i ministri più pesanti restano al loro posto

Gran Bretagna, rimpasto di governo ma i ministri più pesanti restano al loro posto
Lunedì 8 Gennaio 2018, 17:41 - Ultimo agg. 9 Gennaio, 14:10
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Ministri di primo piano confermati in blocco nel (limitato) rimpasto di governo avviato oggi dalla premier Tory britannica, Theresa May. Lo annuncia Downing Street, come largamente previsto, formalizzando la decisione di lasciare in particolare al loro posto il ministro degli Esteri, Boris Johnson, quella dell'Interno, Amber Rudd, quello per la Brexit, David Davis, il cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, titolare di Tesoro e Finanze e l'ultimo arrivato Gavin Williamson (Difesa).

Rinnovamenti fatti col bilancino dunque. Questo il senso del rimpasto condotto oggi dalla premier conservatrice, il
secondo da quando è primo ministro, più ampio del precedente ma pur sempre limitato. La nomina attesa più importante, quella per sostituire Damian Green, l'ex numero due della May, è stata di fatto depotenziata. David Lidington, finora ministro della Giustizia e in passato responsabile degli Affari Europei, subentra sì nell'incarico strategico di ministro dell'Ufficio di Gabinetto ma per ora non ottiene la nomina parallela a primo segretario di Stato, ossia di vicepremier de facto occupata da Green.

Restano invece al loro posto, come detto, i ministri chiave del Gabinetto, e si segnala il tentativo di continuare a ringiovanire alcune posizioni con la promozione dei quarantenni e dei rappresentanti delle minoranze. Così il 46enne Brandon Lewis, finora viceministro per l'Immigrazione, diventa il nuovo presidente del partito conservatore sostituendo il 60enne Patrick McLoughlin e un altro quarantenne, David Gauke, da ministro del Lavoro passa a guidare il dicastero della Giustizia. Per premiare le minoranze, vicepresidente vicario del partito è stato nominato James Cleverly, 48 anni, emergente deputato 'brexiteer' e figlio di genitori africani immigrati in Gran Bretagna dalla Sierra Leone.

Scopo di questo rimpasto è quello di rafforzare dove possibile la May in vista della fase due dei negoziati sulla Brexit. Sebbene il ruolo di Lidington non sia paragonabile come influenza sulla premier a quello di Green, al nuovo ministro dell'Ufficio di Gabinetto spetta anche l'importante responsabilità di sostituire il primo ministro nel Question Time ai Comuni quando quest'ultima non sarà presente. Infine si dimette «per motivi di salute» James Brokenshire, ministro per l'Irlanda del Nord, un fedelissimo della premier. 

Ma sulla stampa britannica il rimpasto è un mezzo fiasco. Un'operazione che doveva essere di rinnovamento, secondo gli annunci della vigilia, ma che si è ridotta a pochi e talora contestati cambiamenti, oltre a qualche nomina abortita. Il valzer di poltrone ha lasciato in particolare scontenti gli ambienti femminili del partito per il trattamento inflitto a ministri donne come l'ormai ex titolare dell'Istruzione, Justine Greening - lesbica dichiarata e gradita
al mondo Lgbt, ma fatta fuori senza tanti complimenti in serata a Downing Street - e la presunta sudditanza mostrata invece dalla premier nei confronti di vari colleghi uomini.

«Greening lascia nell'ambito di un rimpasto caotico», sintetizza il Times, sottolineando il rifiuto opposto
dall'interessata all'offerta 'di consolazionè di un altro incarico e la sua possibile adesione ore alla pattuglia della
fronda interna Tory anti-Brexit ai Comuni. «La notte del pugnale spuntato», ironizza a sua volta il Telegraph, notando come May non sia stata in grado di decapitare tutti coloro che avrebbe voluto allontanare o trasferire. «Rimpasto nel caos», riecheggia il progressista Guardian, evidenziando - oltre al caso Greening - quello del criticatissimo ministro della Sanità, Jeremy Hunt, che pare sia riuscito a imporre la sua permanenza contro il volere iniziale della premier. Mentre il Financial Times evoca un rimpasto che «ha fatto cilecca», pur valutando positivamente la nomina del «filo-europeo» David Lidington a neoministro dell'Ufficio di Gabinetto: ossia a tessitore degli equilibri della compagine e braccio destro di fatto di Theresa May.

 
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