Cantone: «La paranza dei bambini
​non è un'invenzione giornalistica»

Cantone: «La paranza dei bambini non è un'invenzione giornalistica»
di Rossella Grasso
Lunedì 8 Gennaio 2018, 17:12 - Ultimo agg. 18:40
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«La corruzione è un furto di uguaglianza perchè impedisce agli ultimi di ottenere mettendo in discussione l'eventuale merito a favore di chi la corruzione la utilizza per i propri interessi». Con queste parole Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, ha inaugurato il convegno a Palazzo Du Mesnil dal titolo «Giustizia, lotta alla corruzione e promozione di una cultura della legalità al tempo di Papa Francesco». Una tavola rotonda che ha visto ospiti, tra gli altri, il cardinale Francesco Coccopalmerio ministro di Giustizia della Santa Sede, Antonio Bonajuto, ex presidente della Corte d'Appello di Napoli e Carlo De Angelo, docente di storia dell'Islam contemporaneo per raccontare la lotta alla corruzione attraverso le culture e la cultura.
 

Per Cantone è stata l'occasione di toccare tutti i nodi su cui sta intervenendo con maggior forza. «Bisogna stare attenti nel rimettere continuamente in discussione le norme che vengono fatte - ha detto il presidente Anac, continuando - uno dei problemi principali che spesso finisce per essere causa della corruzione è proprio questa incertezza normativa. L'Anac può provare a intervenire nella fase dei controlli ma soprattutto introdurre buone pratiche per evitare che i problemi si verifichino. Più si creano buone pratiche più è difficile che si verifichino meccanismi di tipo elusivo. Per questo però c'è bisogno di tempo e di cultura. Se si ricomincia, però, a rimettere in discussione tutto, se il Codice degli appalti ogni giorno deve essere riscritto, se i poteri di controllo dell'Anac ora vengono dati ora vengono tolti - ha evidenziato - tutto questo diventerà più difficile».

Per quanto riguarda il Codice degli appalti ha detto che i lavori procedono. «Abbiamo raccolto, in sede di modifica, tutte quelle che riguardano il tema del sottosoglia - ha detto  - e su cui abbiamo anche raccolto una serie di rilievi che vengono dal mondo imprenditoriale. C'è poi il tema dell'applicazione delle norme del codice come quelle che riguardano la stazione appaltante - ha concluso - E altre norme particolarmente rilevanti su cui pero' c'è bisogno dell'intervento del Governo e in qualche caso anche del legislatore».

Commentando le imminenti elezioni politiche di marzo il presidente è stato duro: «Abbiamo un sistema che consente fino un certo punto la scelta degli eletti. Mi auguro che i partiti siano in grado di selezionare una classe dirigente onesta. È importante - ha concluso - che siano i partiti in primo luogo a fare la selezione di una classe dirigente all'altezza». Rimanendo in tema di elezioni ha commentato anche il possibile ingresso in politica di alcuni magistrati. «È evidente che chi sceglie di far politica poi dal punto di vista dell'imparzialità ha qualche problema. È un problema che il legislatore avrebbe dovuto affrontare prima. I magistrati proprio come tutti i soggetti appartenenti a qualsiasi ordine professionale hanno la possibilità di scegliere, rispettando le regole. Io credo che sia un problema di cui il legislatore si deve fare carico soprattutto per stabilire come si torna dall'attività politica».

Il presidente Anac ha detto la sua anche sulla recente escalation di violenza a Napoli che coinvolge soprattutto minori. «La paranza dei bambini non è una invenzione giornalistica, ma un dato reale. C'è un problema soprattutto di prevenzione che a Napoli ci fosse una criminalità minorile particolarmente forte non l'abbiamo scoperto oggi, abbiamo verificato per esempio in passato come persino all'interno della camorra ci fossero tantissimi ragazzini. Il problema vero è che su questi argomenti bisognerebbe cominciare a intervenire sul piano della prevenzione. La scuola e i momenti educativi - ha concluso - devono fare la loro parte».
 
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