Migranti, il Papa ringrazia l'Italia per l'accoglienza, poi bacchetta: «Basta suscitare paure»

Migranti, il Papa ringrazia l'Italia per l'accoglienza, poi bacchetta: «Basta suscitare paure»
di Franca Giansoldati
Lunedì 8 Gennaio 2018, 12:26
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Città del Vaticano - Papa Francesco ringrazia l'Italia per continuare ad accogliere migranti, chiede di non dimenticare tutte le «famiglie spezzate» a causa della povertà e delle migrazioni e di smettere di parlare del fenomeno migratorio solo per alimentare «paure ancestrali». «I migranti sono come noi, persone». Nel discorso d'inizio anno fatto davanti al Corpo Diplomatico accreditato in Vaticano, un'ampia parte è stata dedicata all'argomento che sta sollevando ovunque divisioni politiche. Papa Bergoglio guarda i flussi migratori e invita a osservare «il dramma di bambini che da soli varcano i confini che separano il sud dal nord del mondo, sovente vittime del traffico di esseri umani. Non bisogna dimenticare che le migrazioni sono sempre esistite. Nella tradizione giudeo-cristiana, la storia della salvezza è essenzialmente storia di migrazioni. Né bisogna dimenticare che la libertà di movimento, come quella di lasciare il proprio Paese e di farvi ritorno appartiene ai diritti fondamentali dell’uomo. Occorre dunque uscire da una diffusa retorica sull’argomento e partire dalla considerazione essenziale che davanti a noi ci sono innanzitutto persone».

Anche se riconosce che non sempre tutti i migranti «sono animati dalle migliori intenzioni, non si può dimenticare che la maggior parte di loro preferirebbe stare nella propria terra, mentre si trova costretta a lasciarla a causa di discriminazioni, persecuzioni, povertà e degrado ambientale». L'invito ai governi è di continuare ad accogliere l’altro mediante «un impegno concreto, una catena di aiuti e di benevolenza, un’attenzione vigilante e comprensiva, la gestione responsabile di nuove situazioni complesse che, a volte, si aggiungono ad altri e numerosi problemi già esistenti, nonché delle risorse che sono sempre limitate».

Sul numero dei migranti da fare entrare in uno Stato, Papa Francesco lascia la pratica in mano ai politici, visto che spetta a loro «praticare la virtù della prudenza» stabilendo misure pratiche, «nei limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso, per permettere quell’inserimento». Il Papa riconosce che a loro spetta «una precisa responsabilità verso le proprie comunità, delle quali devono assicurare i giusti diritti e lo sviluppo armonico, per non essere come il costruttore stolto che fece male i calcoli e non riuscì a completare la torre che aveva cominciato a edificare».
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