Escalation di furti: è psicosi,
la gente spara dai balconi

Escalation di furti: è psicosi, la gente spara dai balconi
di Mary Liguori
Venerdì 5 Gennaio 2018, 11:17
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Nel mese di dicembre trenta furti tra Piedimonte Matese, Alife e San Potito Sannitico. Appena tramonta il sole, e fino alla mezzanotte, alla centrale operativa dei carabinieri arrivano però, in media, cento richieste di aiuto da parte di cittadini terrorizzati insospettiti dalla presunta presenza di qualcuno in giardino o nei campi che circondano casa. È panico nell'Alto Casertano dove l'effettiva escalation di furti, quelli registrati sono il doppio rispetto ai casi dell'anno scorso, sta scatenando una vera e propria psicosi al punto che i cacciatori, che in casa hanno carabine, doppiette e fucili automatici, non ci pensano su due volte prima di imbracciare le armi e fare fuoco dal balcone di casa. Contro il vuoto, perché fortunatamente fino ad ora non ci sono stati feriti o perlomeno non se ne ha notizia, tuttavia la piega che stanno prendendo gli eventi è perlomento allarmante. Da un lato la caccia alle bande che stanno razziando le case dell'Alto Casertano, dunque, dall'altro il ricorso sconsiderato alla «giustizia fai da te» che include una serie inquietante di spari notturni a opera di cittadini pronti a tutto pur di tutelarsi. E, ancora, le ronde non autorizzate che contribuiscono solo a creare ulteriore confusione. C'era una volta il Matese, un paradiso di montagna dove l'aria è frizzante, la gente tranquilla, il cibo genuino e dove si andava a dormire con «le porte aperte» perché «qui ci conosciamo tutti». I tre comuni colpiti dal fenomeno furti contano, in tutto, 20mila abitanti. Oggi c'è una situazione di panico che sta tenendo sulle corde cittadini, amministratori, imprenditori e forze dell'ordine. Due le indagini in corso. La prima punta ovviamente a catturare le bande di ladri. Finora uno solo l'arresto messo a segno: in cella è finito un rumeno, bloccato dopo aver tentato di penetrare in un'azienda di Ailano. I suoi tre complici sono tutt'ora in fuga. Ma a seminare il panico sono più bande, forse collegate tra loro. C'è anche il sospetto che tra le centinaia di segnalazioni al 112, ci siano anche quelle dei ladri stessi che denunciano furti inesistenti per attirare le forze dell'ordine in luoghi diversi da quelli in cui stanno rubando.

 


Ma torniamo agli spari. L'ultimo caso si è verificato la sera di San Silvestro. Un'anziana ha chiesto aiuto ai suoi vicini battendo, come concordato precedentemente, con una chiave inglese contro una bombola del gas. Il vicino è intervenuto e ha sorpreso due estranei nel giardino della pensionata: l'uomo ha sparato alcuni colpi di fucile. I ladri sono scappati. Da quel momento, le richieste d'aiuto notturne non sono cessate, ma i furti consumati si sono fermati o perlomeno dai dati ufficiali non emergono raid messi a segno da Capodanno a oggi. Sta di fatto che la situazione appare del tutto fuori controllo da un punto di vista emotivo, ma anche pratico. Si ha notizia di una donna alla quale i ladri hanno spezzato un polso e di un ristoratore vivo per miracolo dopo aver sorpreso i ladri in azione in casa sua. L'uomo ha cercato di bloccarli, uno dei balordi ha sparato con una pistola ad altezza uomo. I cittadini stanno addirittura facendo circolare le foto di alcuni individui che, a loro dire, farebbero parte di una delle gang. Le indagini, quelle ufficiali, si stanno concentrando anche sui canali di ricettazione. I ladri portano via soldi e gioielli per cui i carabinieri della compagnia di Piedimonte Matese, agli ordini del maggiore Giovanni Falso, stanno passando al setaccio i «compro oro» ed è già scattata una denuncia nei confronti del gestore di un esercizio che non è stato in grado di certificare la provenienza dei preziosi presenti nel suo caveau. Le attività dei carabinieri procedono mentre i sindaci invocano l'invio dell'Esercito, i cittadini preparano la petizione da inviare al Ministero, organizzano ronde e, purtroppo, sparano dalle finestre per scacciare ladri a volte in carne ed ossa, a volte solo immaginati.
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