Morte di Cristian, a Ercolano
​una colletta per le spese legali

Morte di Cristian, a Ercolano una colletta per le spese legali
di Antonio Cimmino
Martedì 2 Gennaio 2018, 09:49 - Ultimo agg. 09:51
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Ercolano. «Niente botti, Ercolano ha appena perso un bambino di soli tre anni». L'appello era stato diffuso domenica scorsa da parte di amici e parenti, dal sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto e tanti che avevano appreso della morte di Cristian Corso che abitava con la famiglia a Bagnolo Mella, in provincia di Brescia, ma si trovava a Ercolano per trascorrere con i parenti le vacanze di Natale. L'appello per il piccolo stroncato da un arresto cardiaco, giunto per due volte in poche ore all'ospedale Santobono di Napoli tra giovedì notte e venerdì mattina, è però rimasto inascoltato, con i tradizionali fuochi d'artificio a partire dalle prime ore del pomeriggio nella città degli Scavi, fino a tarda notte.

«Non sparare i fuochi d'artificio non avrebbe significato non festeggiare, ma manifestare solidarietà nei confronti di una tragedia che ha coinvolto tutta la città e non solo una famiglia», sostiene un'amica dei familiari di Cristian, Lucia Oliviero. Monta la polemica anche sui social: secondo alcuni è come se la città avesse «voltato le spalle al piccolo». Anche dal mondo del calcio era arrivato un segnale di solidarietà: in particolare la società calcio Ercolanese, la squadra sportiva della città vesuviana, aveva addirittura invitato «tutta Ercolano a far volare dei palloncini bianchi invece di petardi in segno di cordoglio, rispetto e vicinanza, per dare un forte abbraccio da tutto il tifo granata e sentite condoglianze» al padre del bambino per la tragedia che improvvisamente ha colpito la sua famiglia.

La famiglia Corso vive da una decina d'anni nel Bresciano, a Bagnolo Mella. Nando, 38enne, ferroviere di base a Iseo nel Bresciano e padre del piccolo, in passato aveva militato proprio nel club granata, prima di trasferisci circa 10 anni fa al nord con la famiglia. «Me l'hanno ammazzato, me l'hanno ammazzato». Questa la reazione di papà Nando alla notizia della morte del piccolo Cristian: oggi, però i familiari, difesi dall'avvocato Andrea Cuonzo, si stringono nel dolore dinanzi ad una tragedia di tale portata, in attesa che venga fatta chiarezza, chiedendo «che venga rispettato il dolore che ha colpito la sua famiglia». Non manca, invece, la vicinanza di amici e parenti: oltre alla fiaccolata di solidarietà che ha attraversato la città di Ercolano, organizzata sabato sera, in queste ore prende l'iniziativa volta ad aiutare i genitori del piccolo nelle spese legali, mediante la condivisione via WhatsApp dei dati di una Postepay attraverso cui è possibile contribuire.

 


Ma torniamo all'inchiesta. Giovedì sera la prima visita al Santobono: codice verde, per un piccolo che aveva accusato dolori alla pancia e diarrea, a tal punto da rendere necessaria una tac all'addome che ha dato esito negativo. Poi le dimissioni e, poche ore dopo, il piccolo viene ricondotto il ospedale a bordo di una ambulanza. Insomma, un caso tutto da approfondire. Sarà l'autopsia, in particolare, a chiarire con maggiore esattezza le cause della morte del piccolo di 3 anni: la Procura di Napoli, per la morte di Cristian, indaga per omicidio colposo. Nelle prossime ore il commissariato Arenella dovrebbe depositare l'informativa con le prime valutazioni sull'accaduto; quindi, prima dell'autopsia, il pm Cristina D'Amodio dovrebbe inviare, come atto dovuto, gli avvisi di garanzia ai medici che si sono occupati del bambino: l'autopsia, infatti, è un atto irripetibile e dunque le parti hanno diritto di farvi partecipare professionisti di loro fiducia. Soltanto in settimana, dunque, si comprenderà che cosa ha provocato la morte del bimbo a soli 3 anni.
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