Autismo, nasce in Campania il primo social dedicato ai genitori

Autismo, nasce in Campania il primo social dedicato ai genitori
di Paola Marano
Sabato 30 Dicembre 2017, 12:25
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La possibilità di scambiarsi informazioni utili, di sostenersi a vicenda e di trovare un supporto in specialisti in grado di prendersi cura dei loro bambini: tutto questo è A.S.U. Autismo Sostegno e Unione, o per dirla con il suo ideatore «il Facebook dell’autismo», cioè il primo social network dedicato ai genitori di bambini autistici. Lo definisce così Salvatore Longobardi, padre di Asia, una bambina autistica di otto anni alla quale fin da piccolissima è stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico. Per la presa in carico di Asia in una struttura specializzata, Salvatore e sua moglie si sono trovati di fronte a una lista d’attesa lunga quasi un anno. La loro storia è quella di tanti altri genitori campani e non solo. E lì dove le istituzioni faticano ad arrivare (l’ultimo ritardo riguarda l’impugnazione da parte del governo della legge per l’autismo in Campania approvata lo scorso settembre, ndr), a loro non resta altra soluzione che auto-organizzarsi e sfruttare ogni mezzo per garantire un’adeguata terapia ai propri figli. Perfino quello social.
 

«All’inizio ho creato dei gruppi whatsapp divisi per regione per dar modo ai genitori di tutta Italia di mettere a disposizione di tutti le proprie conoscenze in materia e scambiarsi un concreto supporto morale e psicologico – spiega Salvatore – poi la comunità è cresciuta e così insieme ad altri genitori abbiamo deciso di creare un social network a tutti gli effetti, che potesse raggruppare un numero maggiore di persone».

Il social media - che proprio come quello ideato da Mark Zuckerberg dà modo di caricare foto, creare gruppi e eventi, e scrivere post – già conta circa circa 3000 genitori iscritti in tutta Italia. «Lo scopo – continua Salvatore – è censire i genitori e i professionisti per mettere su un progetto concreto e permettere a tutti di ricevere un supporto informativo e la possibilità di confronto con degli specialisti. In Campania, soprattutto a Salerno e Napoli, manca totalmente un piano che possa garantire un futuro ai nostri figli». 
 
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