Napoli, de Magistris processa la sua giunta: «Poco coraggio, io lasciato solo»

Napoli, de Magistris processa la sua giunta: «Poco coraggio, io lasciato solo»
di Luigi Roano
Venerdì 29 Dicembre 2017, 10:12 - Ultimo agg. 14:44
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Una frustata che scuote la giunta e tutto il mondo arancione. Il sindaco Luigi de Magistris si sfoga - a margine della presentazione del nuovo sito web del Comune più snello ed efficace e ricco di notizie - destinata a lasciare il segno come ammette lo stesso ex pm: «Da gennaio parte una fase nuova e vale per tutti anche per la giunta» alla quale sembrano rivolti gli strali più pesanti del suo bilancio del 2017 ormai agli sgoccioli. Un processo che fa alla sua squadra, quella ristretta degli assessori e quella più larga della maggioranza quello che va in scena.

Il sindaco rispetto a sette anni fa è un'altra persona: chi si aspettava bandana e bordate si trova di fronte invece un de Magistris pacato, calmo ma determinatissimo nel fare piazza pulita di quello che non gli piace, che non va che a sua dire frena l'azione amministrativa e politica. Non sarà il solito rimpasto, «i cambi che farò saranno quelli che dovranno arrivare a fine consiliatura», spiega, indizio che lascia immaginare che qualche big della giunta lo ha deluso.

Quanti ne cambierà? De Magistris non fa numeri e nomi ma la sensazione che potrebbero essere almeno due o tre le poltrone che saltano è netta. Il segnale che le sue scelte sono già ampiamente maturate perché meditate, le sue parole hanno il sapore della sentenza più che dell'avvertimento. «Cambiamenti necessari - racconta il sindaco - perché da parte di qualcuno c'è stato un po' un calo di tensione adrenalica, penso al periodo della Corte dei conti, al bilancio, alla cassa che languiva, ai pignoramenti. In quei momenti critici serviva una forza da leoni che il sindaco ha messo in campo, non da solo, con i mie più stretti collaboratori, con altri. L'ho detto e lo ribadisco, la battaglia sullo spalma-debiti, sulla norma approvata dal Parlamento l'ho fatta in prima persona, un corpo a corpo, nella consapevolezza che qualcuno non ci credeva e io ho bisogno di essere sempre affiancato da agente che ci crede fino in fondo e non parlo solo della parte politica».
 

Il sindaco spiega cosa ha percepito in quei momenti: «Preoccupazione, ansia stanchezza, i chi me lo fa fare, le troppe responsabilità. Io non chiedo spregiudicatezza ma coraggio. In certi momenti sono stato lasciato solo. Non abbiamo mollato e nemmeno ceduto, ora serve un ulteriore salto di qualità. Il check che sto facendo servirà a capire chi se la sente: io voglio coraggio e passione politica». E fa un esempio: «L'altro ieri a mezzanotte nella stanza con il ragioniere Grimaldi c'ero io, il capo di gabinetto Auricchio, il capo dell'Avvocatura una dirigente per verificare se si poteva fare lo scorrimento della graduatoria e immettere 195 persone nel Comune. Ci sono persone che stanno sul pezzo 24 ore su 24 e devono essere di più».
A chi gli fa notare che tutti diranno di essere coraggiosi de Magistris risponde in maniera netta: «La responsabilità di decidere è mia soltanto mia».

Il 2018 si aprirà con dei cambiamenti nelle stanze di Palazzo San Giacomo. La fase «nuova» è questa. E la giunta, è nel mirino. Chi è sotto osservazione? Il sindaco ha parlato di stanchezza e passione politica che manca. Allora è legittima per esempio, la stanchezza di Mario Calabrese assessore ai trasporti e alle infrastrutture, e sappiamo tutti come stanno le cose sui trasporti. Nino Daniele, assessore alla Cultura, ottimo sotto il profilo amministrativo ma mai caloroso sulle vicende arancioni, che qualcuno vedrebbe bene tra i ca candidati al Parlamento di Liberi e Uguali di Pietro Grasso. Poi c'è Roberta Gaeta che sul welfare arranca. Le ultime due assessore entrate nel rimpasto di maggio Maria D'Ambrosio dei Verdi e Alessandra Sardu con delega all'Avvocatura sono figlie di logiche che servono per tenere in piedi la maggioranza. Si sa che i Verdi stanno con il Pd alla Regione e lo saranno alle politiche. Mentre la Sardu dei Riformisti democratici di Gabriele Mundo è lontana e molto dalla prospettive politiche disegnate dal sindaco.

Il rimpasto sarà allora condizionato dalle elezioni politiche? «Ogni mia scelta - dice de Magistris - è funzionale alla città che è il mio obiettivo assoluto, prioritario ed esclusivo. Rafforzare la vita politica e amministrativa serve in primo luogo alla città». Per il sindaco Politica e amministrazione devono procedere di pari passo: «Ci saranno tre anni di campagna elettorale e tutto il lavoro che stiamo facendo deve essere finalizzato a scendere in campo». E se alle politiche la linea sarà «alle regionali del 2020 non possiamo essere solo elettori, perché dopo anni alla guida di Napoli è giusto che la nostra esperienza autonoma e connessa fortemente con associazioni, movimenti, territorio e con parte della politica tradizionale dica la sua e proponga una candidatura».
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