Sui pentastellati, invece, Berlusconi va giù duro: «I Cinque Stelle sono dei dilettanti. L'87% dei loro parlamentari non ha mai presentato una dichiarazione dei redditi, non ha mai lavorato, non ha mai realizzato nulla e non ha alcuna esperienza concreta di quello di cui si parla. Sono loro i veri professionisti della politica perché il loro unico mestiere, il loro unico mezzo di sostentamento è ciò che guadagnano in Parlamento».
«Il progetto dei grillini - incalza il leader forzista - massacrerebbe di tasse la nostra economia, bloccherebbe le infrastrutture, accentuerebbe l'incubo giustizialista contro la libertà di tutti gli italiani e isolerebbe il nostro Paese in Europa e nel mondo».
A Luigi Di Maio, candidato premier pentastellato, Berlusconi consiglia di «trovarsi un lavoro per un periodo non troppo breve.
Solo dopo potrà proporsi come governatore del Paese». Di Maio contrattacca: «Il teorema di Berlusconi, che dice che non sappiamo governare, non regge più. Lui ha governato, ha votato la legge Fornero, ha fatto passare Equitalia e l'ha utilizzata contro le imprese. Oggi abbiamo una sola certezza: hanno governato e hanno dimostrato di non saperlo fare e di non essere credibili». Un corpo a corpo sul futuro, mentre il Pd si lecca le ferite di Etruria.