D'Alema: pronto a candidarmi, Renzi capo di un gruppo di potere spregiudicato

D'Alema: pronto a candidarmi, Renzi capo di un gruppo di potere spregiudicato
Venerdì 22 Dicembre 2017, 18:05 - Ultimo agg. 18:26
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«Io candidato? La decisione finale non è stata ancora presa ma ho detto che sono disponibile se i miei elettori lo vorranno. E i miei elettori sono i cittadini del Salento. Sono sempre stato un parlamentare della Puglia». Lo afferma Massimo D' Alema parlando a Radio Capital. 

«Siamo una forza in crescita - continua D' Alema - e guardiamo alla società civile, il nostro lavoro è ancora in corso. Rispondendo alla domanda su una possibile alleanza con il Pd dopo il voto, l'ex premier fa questa considerazione: «È molto presto per dirlo, dipenderà anche dalle conseguenze che il risultato elettorale avrà all'interno dei dem ora prigionieri di un gruppo di potere da cui spero possa uscire. Ora siamo alla vigilia di una campagna elettorale in cui ognuno cerca di prendere i voti. Sicuramente nell'elettorato dei 5 stelle ci sono molti delusi della sinistra e noi potremmo diventare il loro punto di riferimento, così come potremmo diventarlo per chi da anni non va più a votare».

In questo quadro D' Alema rimarca la «trasparenza» di una figura come Pietro Grasso, chiamato a guidare il nuovo partito, così come smonta le polemiche sull'arrivo di Laura Boldrini, rifacendosi ad altri precedenti di alte cariche dello stato con impegni politici. 

«Il primo che inventò questa gag fu Berlusconi, nel 2001 disse non faccio dibattiti con Rutelli perché tanto lì comanda D'Alema», ha poi detto l'ex premier replicando così all'affermazione di Matteo Renzi, secondo cui a comandare in Liberi e Uguali sarebbe l'ex esponente del Pd e non Pietro Grasso. «Anche in questo caso - attacca D' Alema - Renzi è un imitatore, piuttosto tardivo e mediocre. Berlusconi a modo suo era geniale, ma i suoi imitatori sinceramente non meritano di essere presi in considerazione».

«Per Maria Elena Boschi c'è il classico conflitto d'interessi. Boschi si è occupata più volte del destino di una piccola banca di cui suo padre era uno degli amministratori», sottolinea poi D' Alema che aggiunge parlando sempre del caso Etruria: «Colpisce l'arroganza con cui si dice che Boschi deve rimanere lì e sarà candidata, decideranno gli elettori...». D'Alema afferma poi che l'intervento di Marco Carrai, l'imprenditore molto vicino a Renzi, nella vicenda dimostrerebbe che ci sarebbe qualcosa di più di un «fatto personale». «Si tratta di un gruppo di potere il cui capo è Renzi, un gruppo che gestisce con spregiudicatezza il potere». «Maria Elena Boschi avrebbe dovuto dimettersi, ma a questo punto giudicheranno gli elettori, come dice Renzi», aggiunge D'Alema.

«Non c'è nulla di cui ci si debba dolere fino ad oggi sulla questione Monte Paschi. Il tentativo di Unipol di acquisire Bnl era legittimo ma non lo sostenemmo andando a parlare con la Consob o con Bankitalia, non è la stessa cosa rispetto alla questione Banca Etruria», sostiene infine D'Alema rispondendo a una domanda sul parallelismo tra Banca Etruria e Monte Paschi.


 
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