Dal vescovo di Torino appello alla disobbedienza alla legge sul fine vita

Dal vescovo di Torino appello alla disobbedienza alla legge sul fine vita
di Franca Giansoldati
Sabato 16 Dicembre 2017, 19:34 - Ultimo agg. 18 Dicembre, 09:41
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Città del Vaticano Dopo il «niet» del Cottolengo – istituto simbolo della cura ai pazienti più deboli - di fare obiezione di coscienza e non applicare la nuova legge sul biotestamento, da Torino arriva il primo appello pubblico di un arcivescovo che incoraggia a seguire quell'esempio.

«Invito le comunità religiose, le istituzioni cattoliche, le associazioni e tutti i volontari che operano nel mondo sanitario e assistenziale della diocesi di Torino ad avere il coraggio di fare scelte di coerenza morale e di testimonianza anche andando controcorrente, quando si tratta di salvaguardare e promuovere la vita sempre dal suo primo istante al suo naturale tramonto».

Monsignor Cesare Nosiglia ha pochi dubbi sul fatto che questo momento «difficile e delicato» debba essere speso per «sostenere una cultura della vita che sia davvero tale. È un dovere questo proprio di ogni persona, in quanto fedele e cittadino  chiamato ad assumersi le proprie responsabilità, e a prendere l’iniziativa affinché i valori della vita abbiano pieno riconoscimento anche nella cultura e nelle scelte politiche del nostro Paese».

Se le strutture ospedaliere del Cottolengo non seguiranno le «disposizioni anticipate di trattamento» per il fine vita, anche andando incontro a tutte le conseguenze di legge che tale scelta comporta, c'è da scommettersi che a breve seguiranno altre importanti adesioni. «Come credenti seguiremo il Vangelo».

 

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