Napoli, le lettere choc a Babbo Natale:
«Voglio raggiungere mamma in cielo»

Napoli, le lettere choc a Babbo Natale: «Voglio raggiungere mamma in cielo»
di Maria Chiara Aulisio
Domenica 10 Dicembre 2017, 12:57 - Ultimo agg. 11 Dicembre, 08:58
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Un centinaio di lettere da inviare all'indirizzo di Babbo Natale: sogni, desideri e soprattutto speranze che i bambini affidano a quelli della «spa», ovvero: «Società per amore», un gruppo di amici, come amano definirsi, che della solidarietà e della voglia di aiutare il prossimo ne ha fatto quasi una ragione di vita. A scriverle, quelle lettere, i piccoli ospiti (ma c'è anche qualcuno un po' più grande) delle case famiglia, senza mamma e senza papà; i bimbi ricoverati all'ospedale Pausilipon, devastati talvolta più dalla solitudine che dalla malattia; e tanti altri apparentemente meno sfortunati, ma ugualmente figli del disagio e della precarietà. A leggerle fanno venire i brividi: in poche righe, accompagnate da presepi, pupazzetti e alberi di Natale disegnati alla meglio, i bambini tirano fuori tutto il dolore che portano dentro sperando che davvero quell'«omone grande con la barba bianca» possa esaudire i desideri che gli esprimono.

E lui lo fa: Babbo Natale li accontenta tutti, grazie alla generosità e al cuore grande di Anna Di Biase e della sua originale «spa», almeno fino a quando ciò che i bambini chiedono è possibile acquistarlo perché i soldi, è lo slogan del gruppo, in un modo o nell'altro «s'apparano». Quando invece si trovano tra le mani una lettera come quella scritta dalla piccola Mariagrazia di Pianura, anche la «società per amore» non può fare altro che alzare le mani. «Caro Babbo Natale, quest'anno il mio papà ha perso il lavoro e la mia mamma piange tutti i giorni perché vorrebbe aiutarlo ma non può. Io anche vorrei aiutare il mio papà ed è meglio chiedere aiuto a te». Ed ecco il desiderio che la bambina esprime a Santa Claus: «Io non voglio giocattoli, voglio un lavoro per il mio papà e tanti sorrisi per la mia mamma. So che tu sei buono e mi ascolterai». Mariagrazia, dunque, non chiede per sè. E neanche Clara lo fa. Nella letterina scritta in stampatello mette al corrente Babbo Natale della profonda tristezza che ancora una volta la accompagnerà in questi giorni di festa: «La mia mamma e il mio papà si sono lasciati. Io sto con mamma e il suo compagno ma abitiamo in una scuola perché non abbiamo una casa. Da poco è nata anche la mia sorellina ma è la figlia del compagno di mamma. Non abbiamo molti soldi ma il regalo che vorrei e che i miei genitori ritornino insieme. Grazie!!!».

C'è di tutto nel cestone dei desideri dove la «società per amore» in questi giorni sta ancora raccogliendo le lettere che martedì sera, a Villa Mazzarella, a partire dalle 20.30, saranno distribuite a chiunque avrà voglia di trasformarsi in Babbo Natale per uno di questi tanti bambini che le hanno inviate: «Quello che chiedono, compriamo - spiega la Di Biase impegnata con Stefano Cimaglia in questa grande operazione di solidarietà natalizia - altrimenti non avrebbe senso fargli scrivere le lettere. No, niente giocattoli usati, mi dispiace: i nostri doni devono avere lo scontrino, esattamente come quelli che compriamo per i nostri figli. Ma il problema non è questo, purtroppo non sempre siamo in grado di accontentarli, i bambini: quello che a volte vogliono non si può comprare».

 

Lo sa bene la Di Biase, e lo sanno anche tutti gli amici della «spa»: il danaro non serve a niente quando dal «cestone» viene fuori la lettera, da riscrivere perché quasi illeggibile tanta la fatica, di una piccola paziente del reparto di onco-ematologia dell'ospedale Pausilipon: «È da brividi - dice Stefano Cimaglia - ho parlato anche con lo specialista che l'ha in cura, è rimasto come noi senza parole, leggete qui: guardate che cosa ha dettato questa bambina a chi le stava accanto». «Caro Babbo Natale, forse l'anno prossimo finalmente starò con mamma in cielo. Questo è l'unico pensiero felice che ho per questo Natale. Nonna sta male e ogni giorno si allontana da me. Mi sento sola - conclude la piccola - e l'unico regalo che voglio è quello di andare via con la mia bambola di Frozen». La Frozen, perfino inutile dirlo, è già stata acquistata, anzi - racconta Stefano Cimaglia - c'è stata una vera e propria gara alla scelta della più bella che il giorno di Natale le sarà consegnata dai volontari della «società per amore» nel suo lettino di ospedale.
Non solo bambini.

Tra chi chiede a Babbo Natale di esaudire il proprio desiderio c'è anche una ragazza di 19 anni, si chiama Maurizia, vive anche lei in una casa famiglia, e vorrebbe un cofanetto da make up che nessuno lì può comprarle.

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