Cessione crediti Carichieti, ex commissari Bankitalia indagati

Cessione crediti Carichieti, ex commissari Bankitalia indagati
di Rosario Dimito
Sabato 2 Dicembre 2017, 10:42 - Ultimo agg. 20:05
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Giovedì il procuratore capo del Tribunale di Arezzo, Roberto Rossi, aveva puntato il dito contro la Banca d'Italia, insinuando il sospetto di una Vigilanza inadeguata o addirittura ambigua nel caso di Banca Etruria. Ieri la scena si è ribaltata: davanti ai membri della Commissione d'inchiesta, un altro magistrato, il procuratore capo di Chieti Francesco Testa, ne ha apprezzato lo zelo. «La Cassa di Chieti - ha precisato Testa - era una banca sotto osservazione con diversi problemi di trasparenza. In quattro anni la Vigilanza di Bankitalia è stata pressante; dal nostro punto di vista quattro ispezioni sono un buon numero, c'è stato insomma un occhio attento della Vigilanza». Il magistrato stava descrivendo le ragioni che hanno provocato il collasso di CariChieti, una delle quattro banche finite in procedura di risoluzione (in pratica il bail-in) per volontà del governo guidato da Renzi.

Testa ha anche confermato l'esistenza di un'indagine sulla vendita delle sofferenze dell'istituto operata dai commissari straordinari nominati dalla Banca d'Italia, Salvatore Immordino e Francesco Bochicchio. «Se ci sia stata svendita è però oggetto di accertamento, perché occorre verificare non solo il valore dei crediti, ma anche l'eventuale profilo di dolo nel fare questo, cosa che è per noi ancora tutto da accertare», ha precisato il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Chieti, in risposta a una domanda del vicepresidente Mauro Maria Marino. «Non dimentichiamo - ha aggiunto - che parliamo di una banca risolta dopo alcuni anni di commissariamento, una banca che sicuramente viveva già una situazione critica. Se la svalutazione dei crediti operata poco prima della risoluzione abbia dato la mazzata finale o sia stata un fattore autonomo lo dobbiamo verificare», ha continuato. L'ipotesi, ha quindi precisato Testa, è l'eccessiva svalutazione dei crediti poco prima della risoluzione del novembre 2015. Il reato ipotizzato è bancarotta, ma serve «il profilo di dolo e questo è tutto da accertare». Il magistrato ha ricordato che «la rettifica dei crediti, fatta prima della risoluzione, fu per 243 milioni ed è stata giudicata dal Tribunale non liquet' (non chiara, ndr) perché si è stati in grado di valutare i criteri applicati».
 
In margine all'audizione va registrata una dichiarazione del presidente Pierferdinando Casini: «La vigilanza non ha funzionato come doveva. E anche i rapporti tra Bankitalia e Consob non sono stati fluidi. Ma non confondiamo il poliziotto con i ladri, noi vogliamo il poliziotto sempre più efficiente e capace di prevenire il crimine».

L'audizione in Commissione di Testa, che era accompagnato dal sostituto procuratore Giuseppe Falasca, era stata secretata (su richiesta degli auditi) dopo i primi tre minuti, quando il presidente Pier Ferdinando Casini ha chiesto ai magistrati di spiegare le fattispecie su cui si sono trovati a operare.

La prossima settimana i lavori della Commissione non dovrebbero riservare altri colpi di scena. Martedì 5 sarà ascoltato Roberto Nicastro, banchiere ex Unicredit posto alla presidenza delle quattro banche in risoluzione. Mercoledì 6 sarà la volta dei consumatori di Banca Marche e Cassa Ferrara, mentre giovedì 7 toccherà ai consumatori di Banca Etruria e Cassa Chieti. Infine, venerdì 8 sarà giornata vacante perché è previsto il voto di fiducia sulla legge di Stabilità. Poi, martedì 12 tornerà Carmelo Barbagallo, capo della Vigilanza della Banca d'Italia, per rispondere sulle vicende anzitutto di Banca Etruria; il giorno dopo sarà nuovamente sentito Angelo Apponi, direttore generale della Consob, sempre sulle quattro banche. Le due audizioni sono particolarmente attese perché molti commissari vorrebbero rivolgere loro domande sulla base degli spunti offerti dal procuratore Rossi durante una delle 13 audizioni secretate. Per esempio, con una lettera del 24 luglio 2012 Bankitalia invita Giuseppe Fornasari, presidente di Etruria, a promuovere un aumento di capitale da 100 milioni. Ma il clou potrebbe essere altro: verrà deciso martedì 5 nel corso di un ufficio di presidenza che si preannuncia molto caldo. Si dovrà decidere il calendario della settimana dal 17 dicembre, di fatto l'ultima prima dello stop natalizio. Verrà audito Federico Ghizzoni? Renato Brunetto spinge per il sì assieme ai 5Stelle e ad Andrea Augello. E bisognerà decidere se ascoltare Ignazio Visco, Giuseppe Vegas e Pier Carlo Padoan.
 
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