Slow Food Campania, Carlo Petrini
ricorda la fondatrice Rita Abagnale

Rita Abagnale con Carlo Petrini. Da sinistra, il presidente Slow Food Italia Gaetano Pascale e il presidente Slow Food Campania Giuseppe Orefice
Rita Abagnale con Carlo Petrini. Da sinistra, il presidente Slow Food Italia Gaetano Pascale e il presidente Slow Food Campania Giuseppe Orefice
di Carlo Petrini
Giovedì 23 Novembre 2017, 12:50 - Ultimo agg. 16:39
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Ci sono persone che hanno il dono di incarnare a pieno lo spirito del luogo in cui sono nate e vissute. Rita Abagnale era una di queste. Capace di un’empatia e di una giovialità fuori dal comune, rappresentava in maniera vivida e immediata Napoli e la Campania. Il suo lavoro costante e instancabile ha fatto sì che Rita diventasse un punto di riferimento e un faro per la gastronomia di questo meraviglioso territorio. Era sufficiente vederla muoversi tra i “suoi” produttori, tra i “suoi” cuochi”, tra i “suoi” artigiani per comprendere quanto lei fosse importante per la gastronomia campana ma, molto di più, per costruire relazioni significative tra le persone. Non a caso Rita era parte integrante di questa comunità composita e sfaccettata, perché era chiaro a tutti che ciò che la muoveva non era altro che l’amore per la bellezza di questa regione e delle persone che la abitano e la animano. Rita sapeva fare tutto questo con una leggerezza e una profondità rare, e questo è qualcosa che non si impara, è un dono straordinario che lei aveva e che chi ha avuto la fortuna di percorrere con lei un pezzo di cammino ha potuto ammirare, amare, anche invidiare. Rita era Napoli e la Campania, e la travolgente simpatia che metteva al servizio delle sue idee e della sua enorme generosità rappresentavano forse il compendio più brillante di quello che chiamiamo genius loci.
Ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere Rita molti anni fa tramite il movimento Slow Food, che lei amava con tutto il cuore e per il quale ha speso energie, idealità, tempo e sentimento. È stato uno di quegli incontri folgoranti, di quelli che ti lasciano la sensazione che una persona che è entrata nella tua vita non ne uscirà più. E così in effetti è stato. Fino all’ultimo ha continuato a dare indicazioni, a chiedere informazioni, a spendersi in prima persona per mobilitare la rete, a incoraggiare tutti noi a fare bene il nostro lavoro.
In questo giorno così triste in cui ci lascia, non posso non pensare a quanto Rita abbia sempre avuto a cuore i giovani. Non c’è attivista di Slow Food Campania che non sia stato incoraggiato e guidato da lei, che in fondo è sempre stata la più giovane del gruppo con la sua capacità di guardare oltre, di pensare in grande, di accettare le sfide del futuro. Non ha mai risparmiato rimbrotti o strigliate a nessuno, ma nessuno si poteva sentire attaccato da lei, perché il suo cuore grandissimo era sempre lì, anche nei momenti di tensione. E la cosa incredibile quel cuore grande si sentiva, e questo metteva in pace.
Con Rita perdiamo tutti una persona straordinaria ma dobbiamo sapere, serenamente e fuor di retorica, che il suo ricordo ci accompagnerà sempre e che il suo esempio ha lasciato semi che porteranno frutti di bellezza.
 
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