Movida con spari, la pista dello scontro per spartirsi lo spaccio a Chiaia

Movida con spari, la pista dello scontro per spartirsi lo spaccio a Chiaia
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 22 Novembre 2017, 23:17 - Ultimo agg. 23 Novembre, 11:55
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Una rissa tra gruppi contrapposti, coltelli e spranghe da un lato, pistole dall’altro. Una rissa senza un movente, si legge da giorni, anche se su quanto avvenuto a Chiaia la notte tra sabato e domenica non si escludono ipotesi alternative. Come la droga, o meglio, la gestione di una piazza di droga cresciuta in modo incontrollato in questi anni di boom della movida cittadina. Una pista che non può essere esclusa, anche alla luce delle segnalazioni arrivate nei giorni successivi alla sparatoria di via Carlo Poerio. Ipotesi tenuta in vita dai pm alle prese con i fatti di domenica notte, ma anche con la necessità di mettere a fuoco tutto ciò che avvelena la movida cittadina. Al lavoro i pm Celeste Carrano e Antonella Fratello, rispettivamente titolari delle indagini sui clan Formicola (San Giovanni a Teduccio) e Puccinelli (rione Traiano), che hanno ereditato il fascicolo aperto dal pm Mariella Di Mauro. 
 

 

Agli atti ci sono testimonianze di vittime e «sopravvissuti» della brutale aggressione ordita dai Formicola e della reazione a colpi di arma da fuoco da parte di uno degli esponenti del gruppo di Fuorigrotta, ma anche immagini che via via vengono ricavate dalle telecamere di negozi nella zona dei baretti. Tutti i soggetti ascoltati finora hanno confermato che i Formicola - per lo più una trentina - hanno sferrato un attacco contro ragazzi che si attardavano all’esterno di locali in via di chiusura. Per quale motivo? Volontà di imporre la propria presenza, esigenza di controllare la zona. Inevitabile una domanda: può essere una esigenza fine a se stessa? Ed è a questo punto che si rileggono segnalazioni da mesi arrivate a polizia e carabinieri: lo spaccio nella zona della scuola rosa, l’edificio che ospita l’istituto materno Carlo Poerio (ovviamente estraneo a eventuali episodi di spaccio di droga). 

Una possibilità che basta a giustificare il raid organizzato di domenica notte, quando un’orda di teppisti arrivati da San Giovanni a Teduccio (tra cui anche alcuni esponenti del clan Formicola) ha invaso i vicoletti di Chiaia. Avevano un mandato? Chi è il regista di tanta violenza?

 

Ed è anche sulla scorta di queste domande che si rileggono le testimonianze acquisite dalla polizia domenica scorsa, quando un po’ tutti ricordavano le frasi provocatorie con cui i Formicola hanno scatenato la rissa: «Qua ci stiamo noi... voi chi siete... da qui mo ve ne andate» e giù calci e pugni, ma anche coltellate e sprangate, con uno sfoggio di violenza eccessivo, ingiustificato. Va avanti intanto la caccia all’uomo, per stanare il pistolero di Chiaia. Si tratta di uno dei giovani che avrebbero avuto la peggio dopo l’aggressione dei Formicola, al punto tale da estrarre la pistola che aveva portato con sé e fare fuoco ad altezza d’uomo. È stato identificato, si tratta di un ragazzo sulla ventina, ferito da coltellate, al punto tale da farsi medicare a Pozzuoli, raccontando una falsa versione al drappello: «Sono stato rapinato nel porto di Pozzuoli», ha spiegato domenica notte dopo essere soccorso. Da allora, il ventenne ha fatto perdere le tracce, al momento sono risultati vani i blitz delle forze dell’ordine nella sua abitazione di Fuorigrotta. Un personaggio legato al clan Puccinelli di Rione Traiano (imparentati con i Fiorillo di Mergellina), altra cosca dedita allo spaccio di droga. Un motivo in più per non scartare a priori quelle segnalazioni arrivate in questi mesi sui traffici notturni attorno alla «scuola rosa». 
 

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