Dagli accertamenti della Guardia di Finanza, confermati dalle sue dichiarazioni, è emerso che a Bari alcuni imprenditori, che avevano subito nelle proprie aziende verifiche fiscali e risultavano sanzionabili per ingenti somme in relazione a gravi irregolarità amministrativo-contabili commesse, riuscivano a evitare il pagamento dovuto all'Erario attraverso l'elargizione di «regalie» ai giudici delle Commissioni Tributarie (Provinciale o Regionale) alle quali veniva presentato il ricorso.
Ai giudici chiamati a decidere su quei contenzioni, stando a quanto dichiarato da Quintavalle, venivano consegnate sentenze già scritte da commercialisti e legali delle aziende. «Riuscivo a pilotare le assegnazioni dei fascicoli - ha spiegato Quintavalle in aula - rivolgendomi ai segretari delle commissioni, dando loro compensi fra i 500 e i 1.500 euro per ogni procedimento». L'esame del teste proseguirà all'udienza del 15 marzo 2018 con la trattazione delle singole controversie pilotate. Nel processo sono costituiti parti civili il Ministero dell'Economia e delle Finanze, l'Agenzia delle Entrate e Equitalia.