Napoli, conti in rosso, l’assessore:
«A rischio le opere pubbliche»

Napoli, conti in rosso, l’assessore: «A rischio le opere pubbliche»
di Luigi Roano
Sabato 18 Novembre 2017, 10:47 - Ultimo agg. 10:51
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Un venerdì 17 che - per chi è superstizioso - mantiene tutte le promesse di sventura, soprattutto se ci si mette a guardare la giornata dall'ottica di Palazzo San Giacomo. Arriva per il Comune una doppia brutta notizia sul fronte dei conti e del piano di riequilibrio del debito. Una dalla commissione Bilancio del Senato, dove gli emendamenti salva-comuni in predissesto - e quindi è anche il caso di Napoli - sono stati ritenuti inammissibili; l'altra sempre dalla commissione Bilancio, ma questa volta del Consiglio comunale. Qui l'assessore competente Enrico Panini e il capo di gabinetto Attilio Auricchio hanno spiegato ai consiglieri comunali che sono a rischio le opere per la metropolitana e per il restyling del San Paolo. Una super beffa, di più, sarebbe una grande occasione persa se si considera che entrambe le opere sono già finanziate ma i fondi non si possono spendere per lo stop arrivato dalla Sezione regionale della Corte dei Conti. Dunque siamo al default? Lo spettro resta in prima piano come un fantasma che si reifica col passare del tempo, ma non tutto è perduto.

Un passo indietro per capire come si è arrivati a questo punto. Va chiarito subito che non è che la magistratura contabile vuole fare un dispetto a Napoli o ai napoletani. La Sezione di controllo regionale ha rilevato che il Comune non ha rispettato alcuni parametri nel redigere il bilancio e soprattutto da un lato è cresciuto il disavanzo e dall'altro si deve fare un riaccertamento dei cosiddetti residui attivi. Di qui lo stop. Il Comune ha presentato un ricorso alle Sezioni riunite della Corte dei conti che si dovrebbe discutere a inizio del mese prossimo. Procediamo con ordine. Proprio in virtù di queste problematiche, che affliggono Palazzo San Giacomo e altri 300 comuni, l'Anci ha proposto degli emendamenti alla legge di Bilancio che la commissione Bilancio del Senato ha ritenuto inammissibili. Due in particolare quelli che favorirebbero anche il Comune guidato dal sindaco Luigi de Magistris: quello di rifare il piano di riequilibrio a valere dal primo gennaio del 2018 per poterlo spalmare in 30 anni e la stessa operazione sul ricalcolo dei residui attivi. Emendamenti presentati da parlamentari anche di Mdp che li avevano fatti proprio. Ritenuti inammissibili perché «non c'è copertura finanziaria». Malgrado questa doccia fredda, in Comune ritengono la partita ancora apertissima. Perché il Governo, trattandosi di una materia che riguarda una decina di milioni di italiani, potrebbe fare propri gli emendamenti proposti dall'Anci, almeno in parte, e rilanciarli direttamente nella legge di Bilancio che inoltre deve ripassare per la Camera. Lo stesso sindaco in questi gironi ha ribadito di avere «fiducia perché» ha notato «molta sensibilità in tutte le forze politiche e anche nel governo». Il dato di cronaca, a oggi, non è confortante, la prossima settimana se ne saprà di più. Questa è la speranza che alberga in Comune. Questi due emendamenti, se dovessero alla fine essere accettati dal Governo, supererebbero anche la problematica posta dalla magistratura contabile.

 

Palazzo San Giacomo, ad ogni modo, ha messo in campo anche la cosiddetta «opzione B» vale a dire il ricorso alla Sezioni riunite. Illustrato in commissione Bilancio del Consiglio comunale da Panini e Auricchio. È in questa sede che l'assessore è stato molto chiaro. I magistrati contabili contestano al Comune «l'elusione del Patto di stabilità 2014 e l'elusione del Saldo di finanza pubblica 2016». Di qui la bocciatura del piano di riequilibrio e il blocco della spesa non solo corrente e da questi punti muove le mosse il ricorso del Comune che chiede la sospensione della delibera della Sezione regionale. Panini lancia l'allarme per far capire bene quale sarebbe l'impatto sul Comune se il ricorso non venisse accolto, oppure per via politica con gli emendamenti se non si supererà lo scoglio della magistratura contabile: «Dai due rilievi dei magistrati contabili - spiega Panini - deriverebbe ad esempio l'impossibilità di ricorrere al Credito sportivo per la ristrutturazione del San Paolo o di contrarre il mutuo per il completamento della metropolitana». Una bomba, quella lanciata dall'assessore, generalmente persona pacata e concreta, che spiega bene come la preoccupazione in Comune sia a livelli molto importanti. Ad ogni modo non solo due i rilievi mossi dai magistrati contabili. Che contestano a Palazzo San Giacomo come gli utili di Abc Acqua pubblica non siano stati incassati dall'azienda ma inseriti in bilancio e il mancato riconoscimento dei debiti fuori bilancio per due anni consecutivi. In particolare quello relativo al post terremoto del 1980. Su questi punti, tuttavia, il Comune si sente più sicuro di dimostrare di avere operato secondo le regole. Anche perché in particolare Auricchio sottolinea che «sia la procedura del ricorso che i suoi contenuti di merito» vanno contestualizzati all'interno di «una giurisprudenza giovane sia sul predissesto che sulla vigilanza e monitoraggio dei piani di riequilibrio dei Comuni in predissesto». In buona sostanza, essendo cambiate le norme sulla redazione dei bilanci degli enti locali più volte negli ultimi 4 anni, non ci sono certezze sulla interpretazione delle stesse norme. Certezze che dovrebbero dare le Sezioni riunite della Corte dei conti.
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