Napoli, incendi e inquinamento: gallerie ad alto rischio

Napoli, incendi e inquinamento: gallerie ad alto rischio
di Paolo Barbuto
Lunedì 13 Novembre 2017, 23:18 - Ultimo agg. 14 Novembre, 09:01
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Nelle tre gallerie della città di Napoli ogni giorno transitano quasi ottantamila veicoli, un fiume di automobili. In quei tunnel i sistemi di sicurezza sono completamente assenti: sono ufficialmente pericolose.

E l’assoluta mancanza di sicurezza non è una semplice ipotesi, è accertata ufficialmente da una relazione commissionata dallo stesso Comune di Napoli che, all’inizio del 2017, ha chiesto all’ingegnere Mancini di stilare un report. La lettura di quel documento mette i brividi e ha costretto il Comune di Napoli a mettere in campo progetti di intervento che, però, non sono rapidi come ci si aspetterebbe. Attualmente è stato predisposto un sistema di tutela delle aree di lavoro all’interno della Galleria Vittoria dove c’è un impianto di sollevamento degli scarichi fognari. Per il resto ci sono solo progetti. Due milioni dal Pon Metro per decongestionare le gallerie e offrire servizi di informazione più adeguati, pochi altri fondi per dotare i tunnel dei più elementari sistemi antincendio (estintori, vie di fuga). Per adesso i progetti restano tali anche se il tempo concesso dai vigili del fuoco per rendere sicuri quei percorsi, si assottiglia sempre più e il rischio di una chiusura «imposta» per motivi di sicurezza si avvicina inesorabile. Ma quali sono i reali problemi delle tre gallerie cittadine? Per raccontarli peschiamo direttamente dal documento ufficiale di Palazzo San Giacomo.

Galleria Vittoria
Lungo i 627 metri che collegano Chiaia all’area portuale, ogni giorno passano in media 38mila veicoli con punte di 2.500 passaggi all’ora nei momenti di traffico intenso, cioè nel tardo pomeriggio. Questa galleria, al momento della relazione veniva classificata come «ad alto rischio di perdita di vite umane» per via di un impianto di sollevamento delle acque fognarie dove possono intervenire addetti e che fa, dunque, considerare la struttura come luogo di lavoro. La mancanza di sistemi antincendio impose all’ingegnere Mancini di elevare, al massimo, il fattore di rischio. Proprio per quell’impianto di sollevamento sono stati effettuati interventi, visibili dall’esterno con l’installazione di una porta taglia-fuoco, che ne hanno ridimensionato la pericolosità. 

 

Ma per gli automobilisti i rischi restano tutti invariati. Manca un sistema di drenaggio dei liquidi infiammabili, non esistono uscite di emergenza né sistemi d’illuminazione alternativi in caso di black out causato da un’emergenza. Non esistono colonnine sos per eventuali chiamate di emergenza, mancano gli idranti e non è installato un sistema di rilevazione automatica degli incendi. Insomma, se accade qualcosa lì dentro (come l’incendio divampato qualche settimana fa) bisogna solo sperare che i vigili del fuoco trovino la strada libera e riescano a intervenire con rapidità per evitare tragedie.

Galleria Laziale
Lungo poco meno di un chilometro (936 metri per l’esattezza), il tunnel che collega Fuorigrotta a piazza Sannazaro, e che attualmente è chiuso per cedimenti dalla volta, viene percorso quotidianamente da 20mila veicoli. Una delle tre corsie (quella in direzione Fuorigrotta) è chiusa da mesi per interminabili lavori in corso: nelle ultime settimane è stata oggetto di lavori di pulizia della volta che sono stati effettuati di notte per evitare congestioni di traffico. La ventilazione è garantita da un impianto datato 1973 alimentato in maniera ordinaria e quindi destinato a bloccarsi in caso di black out causato da un evento emergenziale. Anche lungo questo percorso, spiega la relazione ufficiale, mancano uscite di emergenza e non è previsto un sistema di drenaggio dei liquidi infiammabili. Anche nella Laziale sono totalmente assenti panelli luminosi di segnalazione di pericolo, estintori, colonnine sos e un sistema che si azioni automaticamente in caso di incendio. Anche qui la relazione ufficiale rileva l’inadeguatezza dell’impianto di illuminazione e la mancanza del previsto rivestimento bianco alle pareti fino a un’altezza di due metri. Insomma, pure la Laziale come le altre gallerie cittadine meriterebbe poderosi interventi per essere considerata a norma. Anche se attualmente gli automobilisti napoletani si augurano, banalmente, che ci sia almeno un intervento per evitare che cadano calcinacci sulla testa.

Galleria Quattro Giornate
Collega Mergellina con Fuorigrotta. Il percorso è leggermente più breve di quello della Laziale e si ferma a 723 metri. All’imboccatura c’è un cantiere decennale che ne riduce lo spazio, così i circa ventimila veicoli che lo percorrono ogni giorno sono costretti a una piccola gimkana prima di imboccarlo. Fortunatamente il flusso di veicoli pesanti in questa galleria è ridottissimo, si limita all’uno per cento. Anche in questo tunnel c’è un impianto di ventilazione «gemello» rispetto a quello della Laziale con 40 ventilatori che risalgono al 1973. Anche qui la relazione ufficiale segnala l’assenza di vie di fuga d’emergenza e la mancanza del sistema di drenaggio dei liquidi infiammabili. La Galleria Quattro Giornate, come le due «sorelle» cittadine è priva di colonnine sos, di estintori, di un sistema di rilevazione di incendi e di un impianto di illuminazione adeguato. Insomma, anche qui il pericolo è dietro l’angolo.

I provvedimenti
Per adesso dal Comune, in attesa degli interventi alle strutture, arrivano solo indicazioni di viabilità. Nella Galleria Vittoria è imposto il limite di velocità di 20 km all’ora mentre nelle altre due si possono raggiungere addirittura i 30. In tutti e tre i tunnel è imposto il divieto di sorpasso e, in orari specifici (dalle 8 alle 9 e dalle 18 alle 20) il divieto di transito ai mezzi pesanti e a quelli che trasportano merci pericolose.
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