Pd, Renzi in Direzione apre a Mdp: «Sforzo unitario ma non chiedano abiure». Bersani: «Chiacchiere a zero»

Pd, Renzi in Direzione apre a Mdp: «Sforzo unitario ma non chiedano abiure». Bersani: «Chiacchiere a zero»
Lunedì 13 Novembre 2017, 15:02 - Ultimo agg. 14 Novembre, 16:24
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Renzi apre alla minoranza ma il Pd resta di fatto in un vicolo cieco. «Siamo alle porte della campagna elettorale e lo sforzo unitario che si chiede all'esterno va praticato all'interno in primis da chi dirige e questo che vuol dire parlare del paese e con il paese», dice il segretario dem alla Direzione Pd nella sede del Nazareno a Roma dove nel fine settimana non si è mai smesso di lavorare alle possibili alleanze in vista delle elezioni. Renzi apre un tavolo per costruire una coalizione e apre la riunione «senza veti ma anche senza abiure» dopo gli appelli all'unità lanciati da Giuliano Pisapia e Walter Veltroni. Al termine della direzione è stato votato all'unanimità un documento di alcuni punti, ma da Mdp il messaggio è chiaro: «Le chiacchiere stanno a zero, servono i fatti», dice infatti Bersani.

«Noi siamo col treno nel Paese - sottolinea dal palco il segretario dem - il Pd è lì e a chi dice cancelliamo il passato per ragionare del futuro, dico che dobbiamo rivendicare con forza quello che abbiamo fatto. Certo ci sono stati limiti e difficoltà ma in questi anni si è prodotto un miglioramento del Paese. Abbiamo recuperato il gap, abbiamo rimesso in moto il Paese e abbiamo tanto da fare. Ma chi si esercita in richieste di abiura di quanto fatto, non si rende conto di dove eravamo tre anni fa». Non intestare al Pd quanto fatto per portare l'Italia fuori dalla crisi, ha detto Renzi, «é assurdo, illogico e inspiegabile».

«Con la coalizione che faremo, anche se non fosse la più ampia come io auspico, noi siamo già oggi avanti agli altri», continua. 
«Sulla rivendicazione del passato non faremo alcun passo indietro. Ovviamente la sfida è il futuro e il futuro è una pagina totalmente bianca da scrivere e o la scriviamo noi o la destra e noi dovremo deciderci se essere capaci di continuare una storia di progresso o tornare ad una storia che sembrava chiusa 6 anni fa. Certo c'è anche M5s ma è ampiamente sovrastimato nei sondaggi e poi con questa legge elettorale o riesci nei colegi a stare sopra il 30 o sei difficilmente competitivo».

«La pagina bianca per il futuro non è discutere se 80 euro sì o 80 euro no - nessuno lo fa, anche perché siamo in campagna elettorale - ma sapere che ci saranno tre proposte in campo: una flat tax a destra, e una misura di assistenzialismo a sinistra, o la nostra nuova proposta di riduzione delle tasse che deve partire dall'Irpef. O qualcuno vuole mettere in discussione la battaglia per la flessibilità fatta in Europa?». «Si può fare di più e meglio, facciamolo insieme», sottolinea. «Se qualcuno pensa che centrodestra e centrosinistra siano uguali faccia quel che crede, noi pensiamo ci sia una differenza di valori e di ideali. Ma non consentiremo a nessun altro di pensare di farci cambiare idea su un Paese che quando lo abbiamo preso era al meno 2 per cento di pil: il nostro impegno ha portato a una crescita», conclude. ​


«Il jobs act ha prodotto quasi 980 mila posti di lavoro, il tempo indeterminato è stato certo più forte all'inizio con la decontribuzione, gli incentivi hanno funzionato. Pronti a ragionare su come combattere per meno precarietà e più lavoro a tempo indeterminato» ma senza rinnegare quanto fatto. Renzi giudica «assurda la critica» alla politica migratoria: «emerge con forza il calo degli sbarchi, 50mila in meno rispetto a scorso anno poi sappiamo che c'è grande scommessa su Libia e Africa».


Poi l'apertura a Mdp: «Anche con le persone da cui siamo stati divisi da discussioni e polemiche c'è più sintonia che con gli avversari storici, non solo perché governiamo insieme in 14 regioni ma perché molte cose fatte le abbiamo fatte insieme. Non sarà il Pd a mettere veti o paletti alla coalizione più ampia possibile, forse abbiamo opinioni diverse sulla buona scuola ma non sulla necessità del tempo pieno anche al sud come al nord». E si rivolge quindi ai potenziali alleati invitando a decidere «in tempi brevi»: 
«Chi vorrà rompere lo dovrà fare in modo trasparente e chiaro perché da noi non troverà alcuna sponda».


«Dobbiamo togliere dal campo» del dibattito sulle coalizioni «il tema dei diritti. Non è che facciamo lo ius soli per fare l'accordo con Mdp. Lo facciamo perché un diritto è un diritto, senza scambiarlo in un accordo di coalizione. Cercheremo di farlo, senza creare alcuna difficoltà alla chiusura ordinata della legislatura, rispettando ciò che il governo e la coalizione vorranno fare, non pensiamo siano temi su cui fare l'accordo».

Renzi disegna l'arco della coalizione: «Credo sia cruciale che sia coinvolta l'area moderata così come i Verdi, Idv e i Radicali con i quali c'è una discussione non scontata né chiusa. Poi vogliamo il dialogo a sinistra in primis con Cp, a cui lanciamo parole di dialogo e disponibilità come quelle che in larga parte abbiamo sentito ieri, e vogliamo un confronto con Mdp, SI e Possibile». «Siamo disponibili a trovare punti di equilibrio anche sulla legge di bilancio, nei limiti di quanto è possibile fare», sapendo che, «come hanno detto Paolo e Pier Carlo, c'è bisogno di responsabilità».

«Ogni volta che parliamo» dei problemi interni al Pd, conclude, «perdiamo consenso e i sondaggi calano». «Finché - ha aggiunto - abbiamo parlato di vaccini, tasse, innovazione, siamo cresciuti, anche nel periodo della scissione. Quando invece ci guardiamo all'interno si determina un impoverimento della proposta politica del Pd e quindi del Paese».

Infine un annuncio: «Ho chiesto a Paolo Siani (fratello di Giancarlo Siani, giornalista del Mattino assassinato dalla camorra nel 1985, ndr) se vorrà voglia di correre con noi alle prossime elezioni, perché il tema della povertà educativa è una priorità assoluta».

Michele Emiliano raccoglie, nel suo intervento in direzione, l'appello di Matteo Renzi all'unità del Pd, sostiene lo sforzo nell'apertura alla costruzione della coalizione del centrosinistra e, a quanto si apprende, si dice pronto a votare il documento unitario che sarà messo ai voti al termine della direzione.

Freddo Bersani: «Maggiore sintonia con Mdp? Non lo so, bisogna vedere cosa dice sul resto. Lui si preoccupa sempre di rivendicare quello che si è fatto ma purtroppo c'è qualche milione di elettori che non è d'accordo, e non sono Bersani o Speranza, che hanno un giudizio critico su tante cose che si sono fatte. Seguiamo la discussione. Basta che si sappia che le chiacchiere stanno a zero, adesso ci vogliono dei fatti». «Se solo si fanno promesse la gente non crede. Negli ultimi tre anni siamo stati insieme, anche Mdp, ma l'Italia non la pensa così. Benissimo quelli che fanno appelli, siamo anche noi per l'unità, però ci dicano cosa intendono fare per cambiare. C'è un pezzo di elettorato che del centrosinistra a traino Pd e del Pd a traino renziano non ne vuol sapere. Come si fa a farli tornare? Cambiando radicalmente proposte, smettendo l'arroganza del governo, dando un messaggio in sintonia con la vita dei cittadini». E ancora: «In questi anni mi sono un pò stancato di interrogare la sibilla cumana.

Quello che vorrei è che dicessero: abbiamo capito che abbiamo fatto errori seri e quindi vorremmo rimediare a partire dalla legge di stabilità. Riconoscere di avere fatto una legge elettorale con la destra che adesso dicono di temere perché tira la volata alla destra, riconoscere gli sbagli e dire: adesso cambiamo registro. Però aspettarsi questo è un pò osé. Credo non succederà».

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni lascia la riunione del parlamentino del partito, a quanto viene riferito, subito dopo la fine della relazione del segretario: il premier è atteso a Palazzo Chigi per un incontro con i sindacati sulle pensioni.

«Gli appelli all'unità e anche le aperture di oggi di Renzi sono sicuramente positivi, ma auspico che il Pd faccia anche proposte concrete per andare davvero in questa direzione», commenta l'ex premier Enrico Letta. «Ritengo che si debba dare sostanza a questa apertura con proposte concrete con le quali confrontarsi e anche io mi unisco agli appelli di Veltroni e Prodi per scongiurare il rischio che si verifichi anche a livello nazionale ciò che è accaduto in Sicilia».

Approvare il testamento biologico e lo ius soli prima della fine della legislatura? «Ci stiamo lavorando da mesi, sono due provvedimenti su cui c'è grande impegno e faremo tutto il possibile per approvarli anche al senato», dice Ettore Rosato, capogruppo Pd, arrivando al Nazareno.  

«La nostra lista europeista nasce come opzione prima di ogni apparentamento, perché questa legge promuove apparentamenti non coalizioni. Con il Pd abbiamo avuto un incontro serio: è l'apertura di un percorso che richiederà altri passaggi», ha detto Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani, dopo l'incontro con Renzi al Nazareno. Benedetto Della Vedova, di Forza Europa: «Oggi si è avviato un percorso franco, serio, mi auguro utile ma che dovrà avere nelle prossime settimane uno sviluppo. Ci sono punti col Pd di contiguità e altri di diversità».

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