Morgan contro Asia: «Denuncia tardiva, una madre così non è un buon modello»

Morgan contro Asia: «Denuncia tardiva, una madre così non è un buon modello»
di Valentino Di Giacomo
Lunedì 13 Novembre 2017, 15:06 - Ultimo agg. 15:07
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«Ma perché Asia e altre persone hanno denunciato le molestie solo adesso? Perché non l'hanno fatto prima, quando Harvey Weinstein era uno degli uomini più potenti del mondo? Improvvisamente ha passato dei guai e ora tutti gli si sono piombati addosso come avvoltoi. Adesso mi viene quasi da provare pietà per lui». Morgan, reduce dal concerto al Dejavù di Pozzuoli, affronta il caso delle molestie che ha coinvolto anche la sua ex compagna, Asia Argento. L'attrice, con cui Morgan ha avuto la figlia Anna Lou, ha denunciato la violenza sessuale subita dal produttore americano quando aveva appena 21 anni.
 

Asia le aveva confidato di questa violenza subita in passato?
«Certo che me ne aveva parlato, Weinstein era un suo amico. Non so che dire, io sono completamente fuori da tutta questa questione, anche se trovo esagerato parlare di violenza. Le persone che vengono violentate hanno dei problemi seri con sé stesse, hanno vergogna anche a parlare con la loro mamma».

Quindi la sua ex compagna cosa ha subito, secondo lei?
«Non lo so, ma le persone che subiscono violenze non ottengono guadagni da questo, come un posto di lavoro, hanno solo da perdere. Non ho il livello per parlarne, ma le bimbe violentate perdono la loro essenza di vita. Quella invece è una scelta, non bisogna confondere con la violenza che è abominevole ed è uno degli atti peggiori che un essere umano possa commettere. In questo caso non mi sembra di doverla mettere in questi termini».

Con Asia hai avuto anche una figlia, cosa pensa di fare adesso?
«Vorrei mantenere una certa eleganza, ma dico che non la denuncerò al tribunale dei minori dicendo che le porterò via la figlia perché una madre del genere non è tanto un buon modello».

Ma non la fa rabbia quello che un uomo più grande ha fatto a una ragazza di 21anni?
«Ma certo, lui è pessimo però lo sapevano tutti, lo è anche per me anche se non ci ho mai avuto a che fare e l'ho visto solo qualche volta. Lo denunciano tutti ora che si trova nei casini, ma non mischiamo la violenza sessuale con chi trae profitto da certi comportamenti».

E con le sue figlie che papà è?
«Sono profondamente affettuoso, ma allo stesso tempo assente. Sono una persona buona però ho tanti problemi, come la depressione. Ma penso che in fin dei conti come papà sono il massimo, io vorrei un papà come me».

Questo suo modo di fare molto spesso ha penalizzato la carriera, come accadde prima di Sanremo quando disse che le droghe erano un rimedio che usavi per la depressione.
«Dichiarazione che avrò fatto centinaia di volte, ma quella volta fu usata contro di me per farmi fuori. Non mi interessa, sarò apprezzato di più dopo morto. Ora non mi chiamano in tv, non faccio concerti nei palazzetti, ma il rapporto con la gente resta lo stesso e lo vedo quando faccio un concerto».

Al concerto di Pozzuoli ha aperto con un pezzo di Pino Daniele.
«Era giusto rendergli omaggio, Pino è stato un enorme cantautore. L'ho ritenuta una scelta quasi doverosa».

E il rapporto con Napoli al di là della musica?
«Una città magnifica, ma pure piena di cantieri che non si lascia vedere, la gente dovrebbe darsi da fare per cambiare le cose. Tra i miei folli sogni c'è quello di assistere all'esplosione di un vulcano, se mai il Vesuvio decidesse di svegliarsi mi piacerebbe esserci».

E i suoi progetti?
«Non li svelo per scaramanzia poi magari mi va male, va a finire che dico tutto e poi non succede nulla. Ho fatto tutto quello che volevo nella vita, mi restano alcune cose da fare e qualche anno mi resta. Chi mi conosce sa che non dormo perché passo il tempo a comporre. Ho nel mio hard-disk una produzione che potrebbe servire per i prossimi cento anni. Io vivo di musica, ma mi fa incazzare essere considerato solo come un personaggio e non come artista».