Manovra, tasse non versate: spunta la sanatoria, meno 30%

Manovra, tasse non versate: spunta la sanatoria, meno 30%
di Andrea Bassi
Sabato 11 Novembre 2017, 09:46 - Ultimo agg. 12 Novembre, 10:51
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Dopo le cartelle della ex Equitalia, è in arrivo una sanatoria anche sugli avvisi di accertamento del Fisco. Secondo un emendamento presentato dal Pd al decreto fiscale, e che sarà esaminato lunedì alla ripresa dei lavori del Senato, i contribuenti che hanno ricevuto un avviso dall'Agenzia delle entrate, potranno chiudere i loro conti senza pagare sanzioni (circa il 30% della somma) e interessi, versando l'intero importo entro il 31 maggio del 2018, o in quattro rate, due nel 2018 e due nel 2019.

Ma quali sono gli avvisi che potranno essere rottamati? Tutti quelli previsti dagli articoli 36-bis e 36-ter del Dpr 600 del 1973, il testo di legge che disciplina gli accertamenti, e notificati fino al 16 ottobre di quest'anno. Si tratta, in pratica, di alcune fattispecie molto diffuse, come i mancati versamenti delle imposte e gli errori formali nella compilazione delle dichiarazioni. Casi molto comuni. Tanto che, secondo la relazione della Corte dei Conti, negli ultimi dieci anni da queste due sole voci sono stati iscritti quasi 120 miliardi di euro alla voce «lotta all'evasione». Non è l'unica novità emersa ieri nel cantiere della manovra che incrocia il decreto fiscale con la legge di bilancio. Dal Dem Massimo Mucchetti è arrivato un altro emendamento, sottoscritto anche da altri esponenti del Pd, per introdurre una web tax anche in Italia. I meccanismi individuati sono due. Il primo prevede l'assegnazione da parte delle banche di un codice identificativo, una sorta di partita Iva, alle aziende estere verso cui partono bonifici per l'acquisto di beni e servizi e che non hanno sede in Italia.
 
A patto che gli ordini superino i 1.500 per un importo di oltre 1,5 milioni. Se si verifica questa condizione, le società saranno convocate dall'Agenzia delle Entrate e qualificate come soggetti residenti e costrette a versare Iva e Ires. Sulle transazioni completamente digitali, come la raccolta pubblicitaria via web da parte di Google o Facebook, scatterà invece un tassa del 6%. Dalla commissione salute, invece, è arrivata la richiesta unanime di inserire nella manovra un nuovo balzello sulle sigarette in grado di generare un incasso di 600 milioni di euro l'anno da destinare al finanziamento dei farmaci innovativi per la lotta ai tumori.

Si tratta, in sostanza, della proposta che da circa due anni avanza il ministro della salute Beatrice Lorenzin, e che prevede una tassa di un centesimo a pacchetto di sigarette venduto. In realtà la misura non è di facile attuazione. Il gettito fiscale del fumo è in calo. Anche per effetto, come ha dimostrato un recente studio del Casmef-Luiss, dell'aumento della tassazione sulle sigarette di fascia bassa introdotto con la manovra correttiva di questa primavera. Proprio per questo, un altro emendamento presentato al decreto fiscale che incide ancora sulle sigarette low cost, è oggetto di grande attenzione in queste ore per i rischi che potrebbe avere sull'equilibrio del comparto.

Infine, sempre ieri, il ministero delle infrastrutture e trasporti ha dato il suo parere negativo alla norma con la quale alcuni senatori hanno proposto di aumentare fino a 2 euro la tassa d'imbarco per gli aeroporti e di inserire un analogo balzello anche per i biglietti delle navi e dei traghetti. Dai 4mila emendamenti presentati spunta anche il bonus bebè sponsorizzato sia da Ap che dal Pd. Si discute, come ampiamente anticipato, anche del prolungamento dell'Ape social per consentire a coloro che sono rimasti fuori per la rigidità dei paletti di rientrarci. Un tema quest'ultimo oggetto del confronto governo-sindacati sulle pensioni.