Capire il dolore, incontro con Andreoli al Policlinico Federico II

Capire il dolore, incontro con Andreoli al Policlinico Federico II
Mercoledì 8 Novembre 2017, 11:01
2 Minuti di Lettura
È Vittorino Andreoli, psichiatra, scrittore e già direttore del Dipartimento di Psichiatria di Verona – Soave, il protagonista del confronto dal titolo “Capire il dolore” di martedì 14 novembre, dalle 14.30 alle 17.30, nell’Aula Magna “Gaetano Salvatore” del Policlinico Federico II. Un appuntamento aperto a tutti e dedicato al tema del dolore declinato nelle sue molteplici accezioni, sia dal punto di vista fisico sia sotto il profilo psicologico.
 
Come da tradizione, anche quest’anno l’Ufficio Formazione Unico che afferisce alla Scuola di Medicina e Chirurgia e all’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, propone l’incontro con l'obiettivo di affrontare con maggiore consapevolezza la sofferenza e il dolore che pazienti e professionisti della salute incontrano e sperimentano durante i percorsi di cura. «Di fronte al male, che ha la stessa radice semantica di malattia, le persone che si occupano di salute pensano subito al sintomo e seguono un percorso tracciato dalla propria specializzazione che è, e deve essere, scientifico», precisa Andreoli, che aggiunge: «Ma è necessario non dimenticare, assieme agli imperativi dei riferimenti operativi sanitari, che sempre la malattia è prima di tutto dolore, sofferenza e che se il sintomo porta all’organo, che è un “frammento” del corpo, il dolore riguarda l’uomo tutto intero».
 
L’incontro è organizzato con il patrocinio morale della Società Italiana di Pedagogia Medica (SIPeM) e sarà moderato da Cesare Formisano, responsabile del Trattamento integrato dei Tumori del Colon-Retto dell’Azienda e da Paolo Valerio, responsabile di Psicologia. Interverranno anche Giuseppe Servillo, responsabile di Anestesia Generale, Marco Sarno, Medico in Formazione della Scuola di Specializzazione in Pediatria e Isabella Continisio dell’Ufficio Formazione Unico, coordinatore scientifico dell’iniziativa. «Il senso del dolore esistenziale va distinto nettamente dal dolore fisico che ha una sede somatica e che possiamo controllare oggi con molecole efficaci. Il dolore dell’uomo segna la tragicità del male, l’incertezza, il limite. E il sanitario deve poter avvertire questo dolore per comprenderlo, per accettarlo, per condividerlo. E se ciò accade, nel momento in cui entra in relazione con il paziente avverte subito il senso dell’umano della propria professione. Non è questa né teoria né tanto meno filosofia, ma il risultato degli studi che hanno dimostrato che l’affettività e i vissuti condizionano notevolmente i risultati degli interventi sanitari. E il dolore esistenziale, che porta facilmente a sentire vacillare la stima di sé, ne fa parte», conclude Andreoli. Apriranno i lavori Gaetano Manfredi, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Luigi Califano, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II e Vincenzo Viggiani, direttore generale dell’Azienda.

© RIPRODUZIONE RISERVATA