Pensioni, il monito di Bankitalia: «Non fare passi indietro»

Padoan e Visco
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Martedì 7 Novembre 2017, 12:21 - Ultimo agg. 19:11
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«Nel lungo periodo la sostenibilità delle finanze pubbliche poggia, in larga misura, sulle riforme pensionistiche introdotte in passato, che assicurano una dinamica della spesa gestibile nonostante l'invecchiamento della popolazione. È importante non fare passi indietro». Lo ha detto Luigi Federico Signorini, vicedirettore generale di Bankitalia, in audizione sulla legge di bilancio alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Un monito che si aggiunge a quelli analoghi di Confindustria e Istat.

«Come in passato si è scelto di non cancellare definitivamente le clausole di salvaguardia, ma di farlo solo per 1 anno. Esse riducono di fatto l'orizzonte di programmazione della politica di bilancio. Idealmente l'adozione, al loro posto, di provvedimenti percepiti come permanenti ridurrebbe l'incertezza tanto sui saldi della finanza pubblica quanto sulle forme di tassazione», ha spiegato Signorini sottolineando che «la prevedibilità è importante per imprese, cittadini, mercati».


«Occorre trarre vantaggio dal buon andamento dell'economia per rafforzare la finanza pubblica, ponendo il debito su un percorso credibile di riduzione significativa», ha quindi sottolineato. Questa esigenza, ha aggiunto Signorini, «è riconosciuta dal governo nel quadro programmatico, anche se il sentiero è più graduale di quello pianificato in primavera».

«La necessità di mantenere, preservare, difendere l'equilibrio pensionistico» di lungo periodo «è una priorità assoluta. Questo non vuol dire che non ci possano essere aggiustamenti su singoli casi» ma «l'importante è preservare la stabilità complessiva», ha precisato Signorini rispondendo alle domande di deputati e senatori nel corso dell'audizione sulla manovra. Le riforme del sistema sono questione «chiave» nella valutazione dei conti pubblici.​

La Banca d'Italia condivide le priorità della legge di bilancio, date dal governo al lavoro giovanile, al rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici e agli incentivi a favore degli investimenti delle imprese. Il vicedirettore generale giudica tutte e tre le misure «ragionevoli». Per quanto riguarda gli strumenti di Industria 4.0,, «i dati disponibili concordano nel suggerire una valutazione positiva. Dai nostri sondaggi - ha evidenziato Signorini - si ricava che gli incentivi stabiliti con le due ultime manovre di bilancio hanno contribuito ad accelerare e rafforzare il recupero ciclico degli investimenti».

Sull'occupazione «meglio sarebbe, potendo, ridurre il cuneo fiscale per tutti; ma, date le risorse limitate, appare ragionevole la scelta di sostenere prioritariamente le prospettive occupazionali dei più giovani». È infine «un passaggio senz'altro ragionevole, dato il lungo blocco del passato», il riavvio della contrattazione nel pubblico impiego.
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