De Magistris: donne migranti morte, è genocidio

De Magistris: donne migranti morte, è genocidio
Lunedì 6 Novembre 2017, 11:02
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«Una nave di profughi naufraghi è arrivata nei nostri mari. Tante donne giovanissime, morte. È una tragedia senza fine. Penso, con convinzione giuridica, che molti governanti dovranno essere chiamati a rispondere per crimini contro l'umanità e anche concorso in genocidio». Lo scrive in un post su Facebook il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, in riferimento allo sbarco di migranti giunti ieri a Salerno. De Magistris ricorda che i sindaci sono «in prima linea» e che «senza soldi e mezzi, accogliamo e apriamo il cuore agli ultimi, ai più deboli, a chi ha solo bisogno di cure e amore. Nel frattempo tragedie sociali, povertà crescenti, diritto al lavoro violato, cambiamenti climatici, servizi carenti, beni comuni in sofferenza, espongono territori, città, abitanti e amministratori a una situazione insostenibile». L'ex pm accusa e dice: «Ci avete lasciati senza soldi, norme e mezzi, per colpa o dolo. La coesione sociale del nostro Paese è sempre più fragile». Risorse che i Comuni attendono dalla manovra economica ora al Senato. «Nelle prossime ore - scrive de Magistris - vedremo se, finalmente, in zona cesarini, Governo e Parlamento dimostreranno di essere dalla parte della gente, dei loro diritti e dei loro bisogni, oppure se per l'ennesima volta saranno colpevolmente sordi alle istanze legittime e giuste dei territori, dei loro abitanti e dei rappresentanti democraticamente eletti.
Ne va della tenuta democratica dell'Italia e non ci sono scuse plausibili». De Magistris ritiene che se nella manovra «ancora una volta i denari e le norme andranno nella direzione non dei diritti costituzionali, della giustizia sociale e dell'uguaglianza, allora vorrà dire che, dolosamente, la politica nazionale si renderà responsabile di una rottura sociale e istituzionale senza precedenti. Noi siamo pronti a ogni scenario». E conclude: «Chi ostacola giustizia, uguaglianza, solidarietà e attuazione dei diritti costituzionali, verrà rimosso con le armi della democrazia per la Repubblica e per il popolo».
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