Malattie del sangue, i medici dell'ospedale Tortora incontrano ammalati e familiari

Malattie del sangue, i medici dell'ospedale Tortora incontrano ammalati e familiari
Lunedì 30 Ottobre 2017, 17:40
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A  Pagani i medici di OncoEmatologia del presidio ospedaliero Tortora hanno incontrato i pazienti e familiari per rafforzare l’alleanza che è alla base dei successi terapeutici. Sono tre malattie del sangue frequenti, oggi meglio conosciute. Vengono chiamate malattie mieloproliferative e condividono lo stesso meccanismo: un alterato funzionamento delle cellule staminali del midollo osseo che producono in maniera incontrollata un eccesso di globuli rossi, globuli bianchi, piastrine, in maniera singola o in associazione, con o senza incremento delle dimensioni della milza.

Mielofibrosi, policitemia vera e trombocitemia essenziale hanno ciascuna un’incidenza annua di 2,5 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Se in passato per queste malattie la prognosi era decisamente sfavorevole, negli ultimi anni l’innovazione terapeutica ha consentito di renderle sempre più malattie croniche. E proprio Pagani è stata scelta per ospitare un nuovo appuntamento di “Insieme Verso Domani. Affrontiamo uniti le malattie mieloproliferative Philadelphia negative”, ciclo di incontri promossi da Novartis con il patrocinio diAIPAMM, Associazione Italiana Pazienti Malattie Mieloproliferative e del Gruppo AIL Pazienti MMP Ph.

«Questi incontri – afferma Catello Califano, direttore facente funzioni di OncoEmatologia – ci danno la possibilità di affrontare insieme ai pazienti temi che possono sfuggire nella pratica clinica quotidiana: è importante che il paziente non si senta mai solo e che venga educato a gestire la propria condizione, nella prospettiva di una malattia che tende a cronicizzarsi e di una relazione con il medico destinata a durare per molti anni».

La storia naturale di mielofibrosi, policitemia vera e trombocitemia essenziale è cambiata radicalmente nel 2005, quando venne per la prima volta identificato un difetto genetico alla base del loro processo fisiopatologico, la mutazione JAK2, cui è seguita l’identificazione di altre mutazioni geniche. Questo ha consentito la messa a punto di farmaci a bersaglio mirato specifici per JAK1 e JAK2. «La migliore conoscenza delle basi biologiche di queste tre malattie del sangue ha reso disponibili nuovi farmaci mirati dotati di un meccanismo d’azione specifico per le mutazioni genetiche alla base di queste patologie, quali JAK1 e JAK2 – sottolinea Califano – si tratta di piccole molecole della classe degli inibitori delle tirosin chinasi che colpiscono il cuore della patologia, la sua alterazione molecolare, riducendo gli effetti collaterali su bersagli non specifici e aumentando l’efficacia su quelli specifici, con un miglioramento della sopravvivenza per gran parte dei pazienti e della qualità di vita per tutti».

L’obiettivo è quello di assicurare una buona qualità di vita ed è considerato fondamentale dal momento che i pazienti, per lo più in età avanzata, risentono pesantemente dell’impatto di queste patologie.
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