Papa Francesco in diretta con Paolo Nespoli e gli astronauti della stazione spaziale: «Sembrate una piccola Onu»

Papa Francesco in diretta con Paolo Nespoli e gli astronauti della stazione spaziale: «Sembrate una piccola Onu»
di Franca Giansoldati
Giovedì 26 Ottobre 2017, 16:16 - Ultimo agg. 20:14
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Città del Vaticano - Il Papa è seduto alla scrivania, guarda dallo schermo i sei astronauti della Stazione Spaziale. Fanno parte della spedizione 52 e 53. Due russi, un italiano – Paolo Nespoli - e tre americani, hanno la tuta blu e stanno galleggiano nell'aria per via della mancanza di gravità. «Santità benvenuto a bordo». Inizia così un colloquio di venti minuti con qualche problema tecnico tra la terra e lo spazio. «Buona giornata a tutti, anzi buongiorno e buona sera, perchè quando si è nello spazio non si sa bene. Penso che lì sulla stazione spaziale le giornate scorrano in modo diverso». Gli astronauti salutano. E' Paolo Nespoli a condurre lo scambio di opinioni e a tradurre di volta in volta. La prima domanda è per l'astronauta italiano al suo secondo collegamento papale (il primo fu fatto con Benedetto XVI).



L'astronomia ci fa contemplare gli orizzonti infiniti dell'universo. Alla luce delle sue esperienze dottor Nespoli quale è il suo pensiero a proposito del posto dell'uomo nell'universo? Nespoli sembra un po' spiazzato dal quesito. «Questa è una domanda complessa, io mi sento un ingegnere e mi trovo a mio agio tra le macchine e quando si parla di queste cose rimango disorientato, è un discorso delicato, penso che il nostro obiettivo sia di conoscere la nostra esistenza, capire quello che ci sta attorno. Più conosciamo e più ci rendiamo conto di conoscere poco, mi piace però pensare che persone come lei, teologi e filosofi possono venire nello spazio, perchè questo è il futuro, per esplorare e capire cosa vuol dire un essere umano nello spazio».

Il Papa resta attimo di silenzio e poi chiede: «Che senso ha per voi che siete tutti ingegneri chiamare amore la forza che muove l'universo?»

Risponde l'astronauta russo nella sua lingua madre, e il Papa chiede una traduzione a Nespoli. «Alexander ha detto che sta leggendo un libro per riflettere - Il Piccolo Principe - e fa riferimento la storia di un ragazzo che vuole dare la propria vita per salvare piante e animali sulla terra, e l'amore è quella forza che gli dà la possibilità di farlo».

Papa Bergoglio annuisce. «Senza amore non è possibile dare la vita per qualcun altro, si vede che lei ha capito quel messaggio che tanto poeticamente ha spiegato Saint Exupery e che voi russi avete nel sangue e nella vostra tradizione tanto umanistica quanto religiosa».

Il Papa riprende con le domande. Dicono che solo le donne sono curiose ma anche noi uomini lo siamo, io vorrei sapere cosa vi ha motivato a diventare astronauti. Cosa vi dà gioia nel tempo che passate nella stazione spaziale?

Il russo Sergej spiega che la sua storia è iniziata prendendo esempio dal nonno, uno dei primi pioniere dello spazio; era ingegnere ed era impiegato alla costruzione del satellite Sputnik e ne ha seguito le orme. Randy, lo statunitense, invece racconta che personalmente prova sempre una grande gioia quando osserva quello che vede da tanto lontano. La terra vista da lassù è uno spettacolo incredibile. «La vedo un po' con gli occhi di Dio, e ne scorgo la bellezza. Da quassù non ci sono conflitti, non ci sono confini, c'è solo l'atmosfera rarefatta e labile. La nostra velocità orbitale di 10 km al secondo ci fa vedere la terra diversa. Tutti dovremmo collaborare per un futuro migliore».

Bergoglio fa un cenno con la mano. «Mi sono piaciute queste risposte. Lei è andato alle proprie radici per spiegare la sua scelta. Il nonno. E lei ha riflettuto sul fatto che la atmosfera è qualcosa di fragile e può distruggersi». Un altro astronauta, Mark, racconta al Papa come sia difficoltoso muoversi in assenza di gravità. «Nello spazio le cose sembrano le stesse ma non sono riconoscibili». Infine Jo, americano ma portoricano di origine, conferma la possibilità di collaborare nello spazio, di essere amici.

Bergoglio sorride: «Siete un piccolo palazzo di vetro.

La totalità è piu grande della somma delle parti». 

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