Bankitalia, il Pd contro Visco: «Serve figura idonea per nuova fiducia»

Bankitalia, il Pd contro Visco: «Serve figura idonea per nuova fiducia»
Martedì 17 Ottobre 2017, 16:10 - Ultimo agg. 18 Ottobre, 07:42
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Il Pd contro il rinnovo del mandato al governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. Quando sembrava ormai raggiunto un consenso sulla conferma di Visco, accusato dal segretario dem Matteo Renzi non non aver gestito adeguatamente le crisi bancarie, il Pd presenta una mozione con cui impegna il governo «ad adottare ogni iniziativa utile a rafforzare l'efficacia delle attività di vigilanza sul sistema bancario ai fini della tutela del risparmio e della promozione di un maggiore clima di fiducia dei cittadini individuando a tal fine, nell'ambito delle proprie prerogative, la figura più idonea a garantire nuova fiducia nell'Istituto». 

La nomina dell'attuale governatore, scrive il Pd nella mozione che l'agenzia Ansa è in grado di anticipare e che il Pd presenterà in vista del dibattito oggi alla Camera sulle mozioni su Bankitalia, «risale al novembre del 2011 ed è, pertanto, imminente l'obbligo di procedere al rinnovo della carica che, ai sensi dell'articolo 19, comma 8, della legge 28 dicembre 2005, n.262, è disposta con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d'Italia; si tratta di una scelta particolarmente delicata in considerazione del fatto che l'efficacia dell'azione di vigilanza della Banca d'Italia è stata, in questi ultimi anni, messa in dubbio dall'emergere di ripetute e rilevanti situazioni di crisi o di dissesto di banche, che a prescindere dalle ragioni che le hanno originate - sulle quali si pronunceranno gli organi competenti, ivi compresa la Commissione d'inchiesta all'uopo istituita - avrebbero potuto essere mitigate nei loro effetti da una più incisiva e tempestiva attività di prevenzione e gestione delle crisi bancarie».

Nel testo della mozione si rileva inoltre che «le predette situazioni di crisi o di dissesto hanno costretto il governo e
il Parlamento ad approvare interventi straordinari per tutelare, anche attraverso l'utilizzo di risorse pubbliche, i
risparmiatori e salvaguardare la stabilità finanziaria, in assenza dei quali si sarebbero determinati effetti drammatici
sull'intero sistema bancario, sul risparmio dei cittadini, sul credito al sistema produttivo e sulla salvaguardia dei livelli
occupazionali».

«Nessuna ingerenza da parte della politica sulla scelta del governatore, ma semplicemente una posizione largamente maggioritaria del Parlamento che come organo istituzionale si è espresso quest'oggi. Cosa sia accaduto in questi sei anni alla Banca d'Italia è sotto gli occhi di tutti, in Italia e all'estero. Le scelte che saranno fatte dal Governo vedranno comunque il rispetto politico e istituzionale da parte del Pd. Ma nessuno può ignorare cosa sia accaduto in questi anni in Italia», precisano fonti del Pd.

«No, non se ne è parlato assolutamente». Così aveva risposto ieri il premier Paolo Gentiloni al termine del Consiglio dei ministri sulla manovra rispondendo a chi gli chiede se nella riunione si era parlato della scadenza del mandato del governatore di Bankitalia.

«Non parlo, ha detto tutto Richetti», ha tagliato corto oggi Renzi. «Non mi potete usare come commentatore per tutto quello che succede durante il giorno, mentre siamo qui in mezzo alla gente per capire», dice in una pausa del tour in treno e dopo una assemblea con gli operai di una fabbrica di Narni in crisi.

Ma il tema del rinnovo dei vertici della Banca d'Italia, però, lo ha lanciato il Pd. Con una mozione parlamentare. L'atto è stato messo a punto grazie al paziente lavoro del capogruppo alla Camera Ettore Rosato, che stamattina ha fatto il punto alla Camera proprio sulla mozione.

Lavoro che Richetti ha rivendicato: «Serve una fase nuova», spiegava il portavoce del partito che, alla domanda se fosse una iniziativa critica verso Visco, replicava: «Non entriamo nella questione delle persone, i nomi li fa il governo».

Il governo, però, pare fosse non proprio al corrente dell'iniziativa del Pd.

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