L’accettazione, la comunicazione distorta, offensiva, denigratoria dei gruppi WhatsApp è «un problema sociale che crea grave disagio psicologico e sfocia in forme gravi di manipolazione e bullismo». Soprattutto tra i bambini, dagli 8 anni in su, che si trovano tra le mani gli smartphone senza filtri né controlli.
«Comprendo che non possiamo tornare indietro e non possiamo vietare l’uso del cellulare ai bambini.
Gli smartphone sono ormai parte della nostra cultura, solo che se ne fa un uso improprio». Secondo Rizzo andrebbero messe in atto «campagne di sensibilizzazione, educazione e di buon uso», a partire dalle famiglie, dalle scuole e dai media. «Se non si spiega a ragazzi e genitori che i social network possono diventare un boomerang davvero saranno in serio pericolo. Rivolgo per questo il mio appello ai genitori di figli minorenni: «Non fate installare questi strumenti di comunicazioni fino ai 15 anni di età».