Federico II, residenze universitarie con strutture nuove ma nel degrado

Federico II, residenze universitarie con strutture nuove ma nel degrado
di Giovanni Rinaldi
Venerdì 13 Ottobre 2017, 10:33 - Ultimo agg. 10:50
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Le residenze universitarie, da servizio indispensabile per gli studenti, sono ormai diventate una spina nel fianco dell'Adisurc e della Regione. Nell'estate del 2015, infatti, chiudeva la struttura in via De Amicis e veniva ridotta la capacità ricettiva della Paolella, con l'impegno che sarebbero state rimesse a nuovo per tornare a disposizione dei ragazzi. Lo stesso direttore dell'epoca Umberto Accettullo al Mattino dichiarava che: «Le due residenze universitarie della Federico II vanno ristrutturate». Si tratta di due complessi strategici vista la loro collocazione centrale rispetto alle facoltà che vanno ad assistere. La De Amicis con i suoi 112 posti letto, infatti, è inserita nel complesso del Nuovo Policlinico, mentre la Paolella, che ne conta 97, si trova a due passi dai dipartimenti di ingegneria ed economia di Fuorigrotta. Per entrambe erano necessari degli interventi di manutenzione straordinaria per garantire la massima sicurezza dei residenti. Numerose furono le proteste degli studenti che non volevano essere dislocati nella residenza di via Gianturco, a loro dire troppo lontana dalle aule dove si tenevano i corsi, praticamente dall'altra parte della città.

Ma a distanza di due anni e mezzo nulla si è mosso, anzi qualcosa si è aggravato. La struttura del Vomero alto, infatti, era dotata anche di una mensa nuova di zecca, con cucine, frigoriferi, banconi, carrelli, tavoli e sedie che non ha mai avuto il tempo di entrare in funzione insieme al resto della palazzina. La De Amicis, intanto, è stata chiusa e non è mai stata ristrutturata, tanto che le migliaia di euro sborsati per la mensa, sono andati in malora.
Il problema principale era dovuto a una cattiva manutenzione dell'impermeabilizzazione dello stabile. Un problema apparentemente «banale» rispetto alla distruzione che si è generata nel tempo a causa dell'incuria. Nel luglio del 2015, infatti, in una relazione tecnica agli atti dell'ex Adisu, si legge dettagliatamente quale fosse lo stato dei luoghi della De Amicis: «Sebbene la struttura di detto corpo centrale non sembri presentare gravi problemi di staticità, essa necessita comunque di interventi urgenti poiché lo stato attuale di sicurezza strutturale in particolare del solaio di copertura - potrebbe ben presto essere compromesso a causa delle naturali prossime piogge autunnali e invernali».
Di inverni però ne sono passati ben due e tra poco ci apprestiamo a contare il terzo senza che nulla, a dispetto dell'avvertimento dei tecnici, sia stato fatto. Un'inerzia che ovviamente avrebbe peggiorato, come era stato previsto, lo stato dei luoghi che probabilmente, se si fosse agito con solerzia, poteva essere recuperato più agevolmente: «Evidente che le pessime condizioni nonché la mancata manutenzione ordinaria e straordinaria - della guaina impermeabilizzante a protezione del solaio di copertura dell'immobile è la causa principale dell'infiltrazione d'acqua che ha interessato il quinto e il sesto nonché ultimo piano della struttura. A causa del deterioramento della membrana impermeabile, al sesto e ultimo piano, le infiltrazioni di acqua piovana sono state cosi importanti da creare allagamenti per cui si è dovuto provvedere allo sgombero dell'intero piano, trasferendo gli ospiti ai piani inferiori nonché alla disconnessione dell'energia elettrica per non rischiare corti circuiti».

Insomma una mancata manutenzione ordinaria e straordinaria di una guaina che avrebbe portato alla chiusura di un edificio di sei piani al tempo però non ancora staticamente compromesso: «Valutando il quadro fessurativo presente, quale primo indice indicativo di problemi strutturali, non si riscontrano problemi di staticità del solaio in questione né di nessuna altra struttura portante del fabbricato a tal punto da non ritenere necessario l'utilizzo di prove sperimentali a suffragio di tale affermazione» scrivevano i tecnici. Ma dopo due anni e mezzo il quadro descritto, e per il quale era stato sollecitato un celere intervento, potrebbe essere peggiorato.
Ma mentre la Regione non trova i fondi per ristrutturare una o due residenze che si trovano nel cuore dei poli universitari della Federico II, la Commissione d'Inchiesta su Società Partecipate, Consorzi ed Enti Strumentali, a guida del consigliere Passariello, ieri ha acceso i riflettori sulla splendida residenza di Pozzuoli, di proprietà della Fondazione Banco Napoli per l'Assistenza all'Infanzia, che sarebbe pagata dalla stessa Regione per l'intero dei suoi 299 posti letto quando solo poco più di dieci persone l'avrebbero occupata nello scorso anno accademico.