Napoli, lo scempio dei 200mila libri
regalati e mandati al macero | Video

Napoli, lo scempio dei 200mila libri regalati e mandati al macero | Video
di Ugo Cundari con video di Ilenia de Rosa
Giovedì 5 Ottobre 2017, 08:52 - Ultimo agg. 6 Ottobre, 06:39
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I protagonisti di questa occasione mancata sono due, agli antipodi per ruolo e personalità. Da una parte Tullio Pironti, in gioventù pugile, poi libraio ed editore con sede a piazza Dante. Di lui si può dire di tutto, compreso che è un tipo insofferente alle regole, ma non che sia mosso da un amore disinteressato per la cultura e per la gente. Per la sua attività meritoria, e storica, l’anno scorso è stato insignito della medaglia della città di Napoli. Dall’altra c’è il politico giovane ma già tutto d’un pezzo, Francesco Chirico, presidente della seconda Municipalità, con sede a pochi metri dalla libreria Pironti. Dunque, il primo riuscì a farsi assegnare direttamente dal sindaco De Magistris, nell’aprile del 2013, un deposito temporaneo nella sede della seconda Municipalità, in piazza Dante 93. In totale, l’editore fece trasportare lì circa duecentomila libri, messi negli scatoloni, incellofanati e poggiati su decine e decine di bancali. Il deposito scelto, un centinaio di metri quadri, occupava gli spazi di quello che era stato il primo ricovero durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale e poi uno dei primi cinema aperti in città, il cinema-teatro Aurora.
 

«L’idea - spiega Pironti - era di organizzare poi un evento in piazza, e avevamo trovato anche il nome. Si doveva chiamare una “Montagna di libri”, e chiunque poteva prenderli gratuitamente». Insomma sul modello della festa di Pironti per i suoi ottanta anni, quando a giugno allestì in piazza una piccola montagna con duemila libri da distribuire gratuitamente. L’1% di quelli che voleva regalare in quest’altra occasione. Per più di due anni i libri sono rimasti nel deposito, finché qualche giorno fa Pironti, accompagnato da un paio di suoi collaboratori, decide di verificare a che punto sta l’organizzazione dell’evento e, soprattutto, se le ultime piogge abbiano danneggiato gli scatoloni. Una volta aperto il portone in ferro, scopre che dei duecentomila libri ne sono rimaste alcune decine. Rubati? No, peggio, mandati al macero già da qualche mese, su decisione del presidente Chirico, che dichiara: «Abbiamo avvisato più volte l’editore che quegli spazi ci servivano, e che doveva provvedere allo sgombero, ma non ci ha dato retta, così abbiamo preso accordi direttamente con l’Asia». E allora è stato chiesto l’utilizzo di un muletto, che è stato noleggiato per l’occasione, e i bancali sono stati trasferiti su diversi camion per poi essere portati al macero. Tutto questo è successo in una città in cui si portano avanti battaglie infinite per salvare le biblioteche (curiosamente, anche la biblioteca dell’istituto italiano di studi filosofici, per il cui salvataggio si sono mosse tutte le istituzioni, è di duecentomila volumi). Il problema è che Chirico ha più volte ribadito che quei volumi Pironti li aveva donati a loro, ma i documenti in nostro possesso non lo dimostrano. Quindi la Municipalità si è disfatta di un bene ad essa temporaneamente assegnata. In ogni modo, poi, perché disfarsene e, a questo punto, non sarebbe stato meglio regalarli alle scuole o alle biblioteche?

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