Sanremo, Baglioni c'è:
manca tutto il resto

Sanremo, Baglioni c'è: manca tutto il resto
di Federico Vacalebre
Martedì 26 Settembre 2017, 09:24 - Ultimo agg. 17:23
4 Minuti di Lettura

Il capitano c'è, ieri ha anche firmato il contratto con la Rai, ora bisogna fare la squadra. Come ampiamente previsto, sarà Baglioni il direttore artistico e il capoteam del prossimo Sanremo, dal 6 al 10 febbraio, non il conduttore, badate bene, quella parola non la pronuncia nessuno, che il cantautore neoromantico più amato dalle italiane di ogni età non ha voglia di farsi incastrare in un ruolo che non è suo. Dopo il trienno di successi di Carlo Conti (48.6% di share nel 2015, il 49.6% nel 2016 e il 50.7% l'anno scorso), non era facile trovare, soprattutto tra gli interni di Viale Mazzini, un cavallo vincente. Così il neodg Mario Orfeo ha sparigliato chiedendo al divo Claudio di misurarsi - lui, stakanovista del palcoscenico e amante dei kolossal show - con lo spettacolo-monstre per eccellenza, il festival della canzone italiana.

Orfeo, alla prima vera prova della sua dirigenza, vuole volare alto, lasciare il segno. «Siamo onorati e felici che Baglioni abbia accettato il nostro invito», dichiara, «con Claudio costruiremo un'edizione di Sanremo in cui le canzoni e le interpretazioni saranno assolute protagoniste del più grande evento dedicato alla musica italiana». Come a dire che non scopre le carte, e rimanda a gennaio per la definizione del cast dei coprotagonisti. L'artista di «Sabato pomeriggio» non sarà solo all'Ariston, anzi vorrebbe comparire il meno possibile. Per questo è necessario affidare le cinque serate a una squadra di conduttori, magari uno a serata. Si lavora in due direzioni: da una parte un team tutto al femminile, edizione riveduta e corretta delle antiche vallette di era baudiana, ora promosse al rango di presentatrici, lasciando al direttore artistico un ruolo centrale, magari per giocare in musica con i suoi amici e ospiti; dall'altra un gruppo senza indicazioni di gender che permetta di mettere in campo i volti migliori di Raiuno, ma non solo. I nomi fatti finora - Fiorella Mannoia, Beppe Fiorello, Lodovica Comello, Ilaria D'Amico, Sabrina Ferilli, Serena Rossi, Micaela Ramazzotti - potrebbero essere campati in aria, o avere qualche fondo di verità: l'altra sera, al debutto vincente su Raiuno di «Che tempo che fa», Rosario Fiorello ha fatto i suoi auguri al fratello per la prossima impresa sanremese, ma Beppe ha negato ancora una volta un suo coinvolgimento. Come Carlo Conti, come Fabio Fazio, che intanto si congratula con il direttore di rete Andrea Fabiano: «Sono contento perché Claudio è un intellettuale», esagera, «oltre che un uomo di spettacolo e un cantante».

Il poco tempo a disposizione non facilita il lavoro: urgono autori, autentici big da mettere in gara, canzoni all'altezza della situazione, ospiti... Innanzitutto serve un regolamento, senza quello è difficile andare avanti, e, poi, serve la fatidica firma della convenzione con la Rai: l'accordo previsto viaggia intorno ai 5 milioni l'anno per tre anni, Viale Mazzini vorrebbe ridurre la spesa a quattro, mettendo nel piatto altre cinque prime serate in diretta dall'Ariston, magari una cosa tipo «Sanremo young», sorta di talent per giovanissimi affidato alla Clerici. Al sindaco Banchieri l'ipotesi interessa, ma per prima cosa vuole riempire la casse di Palazzo Bellevue: «Tenete fuori dalla convenzione quell'offerta. Nessuno sconto», ha mandato a dire.

Risparmiare è uno dei mandati di Orfeo, che ha già portato a casa un nome del calibro di Baglioni con un compenso tagliato del 10% rispetto a quello di Conti l'anno scorso, quando si parlò di 650.000 euro. Ma non si può friggere il pesce con l'acqua e il dg napoletano cerca idee, prima che volti. «Negli anni mi hanno invitato come ospite, superospite, co-conduttore, come realizzatore della sigla di testa e anche come rifacitore dei ritornelli... Ho finito le possibili qualifiche», scherzava Claudio, che a Sanremo ha visto anche «Questo piccolo grande amore» incoronata come canzone del secolo (scorso). Ora l'hanno invitato per inventarsi qualcosa di nuovo, o anche di antico, ma che acchiappi ascolti.

Intanto, almeno una macchina si è messa in mondo, quella di Sanremo Giovani. Riutilizzando il regolamento dell'anno scorso, la gara è già pronta a partire, finale su Raiuno in diretta da Villa Ormond a dicembre, quando ormai avrà chiuso anche l'ultimo negozio di dischi a Sanremo, Popoff.