La pelle del tamburo

La pelle del tamburo
Sabato 16 Settembre 2017, 10:09
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Sono lontani i tempi, quando una frase di Julian Assange provocava turbamenti in Feltrinelli, ora trova Arturo Pérez-Reverte che lo spernacchia. Sì, perché c’è stato un momento – nemmeno tanto breve – che Carlo Feltrinelli lo raccontava come un nuovo Pasternak immaginando di ripetere le peripezie paterne in nome della libertà dello scrittore russo, anni dopo deriso da Nabokov che la raccontava diversamente. Poi, tra un Putin e un Trump, un libro che non si trasforma in Bibbia nonostante la foto in copertina con il bavaglio che non diventa nemmeno t-shirt, Assange twitta una immagine di Tienanmen per l’indipendenza della Cataluña, in linea con i suoi toni sobri con condimento di presunzione e la faccia di quello che sa come andrà a finire. E, Pérez-Reverte, che ha un libro in uscita – politicamente scorretto – “Il codice dello scorpione”, gli risponde dandogli – non a torto – dell’idiota.  Seguono accuse di plagio, bagni pubblici, e nessun convenevole. Risultato: la grande coscienza occidentale trova altre prove del suo sbandare.