Reato di propaganda del regime fascista, sì della Camera

Reato di propaganda del regime fascista, sì della Camera
Martedì 12 Settembre 2017, 20:35 - Ultimo agg. 13 Settembre, 12:16
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Sì dell'Aula della Camera al ddl Fiano che inserisce nel codice penale il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista. Il testo, approvato a Montecitorio con 261 sì, 122 no e 15 astenuti, passa al Senato.

«Il principio di libertà è alla base della legge che noi abbiamo fortemente voluto. Perché a 65 anni dalla Legge Scelba non è affatto scolorito il compito di combattere l'ideologia nazi-fascista, la carica di violenza razzista e di odio che essa comporta. Di quelle idee non si può fare apologia o propaganda, questa è il concetto che sta alla base della nuova norma che riguarda l'oggi non il passato. L'estrema destra è un fenomeno di oggi, che si va radicando dove crescere il disagio e la rabbia: è un pericolo enorme. Sono pericolose le loro azioni, i loro comportamenti, i loro metodi e la propaganda dei loro contenuti. Non vogliamo limitare la libertà di opinione ma impedire che la nostra libertà sia offuscata dai veleni del fascismo». Lo ha detto Emanuele Fiano, nella dichiarazione di voto alla legge che introduce il reato di apologia del fascismo.

«Il partito Democratico ha scelto la via della pura demagogia con la legge Fiano sulla propaganda nazi-fascista partorendo una legge inutile e sbagliata. Abbiamo proposto con grande serietà di aggiornare alle insidie del web e quindi rendere più severe le pene della legge Scelba, salvaguardando allo stesso tempo tutti i beni riconosciuti di
carattere storico-culturale, artistico e architettonico. Si è scelto di fare una legge di facciata, per recuperare un minimo di consenso elettorale ma che non deve trarre in inganno: i giudici avranno serie difficoltà ad infliggere pene perché in Italia esistono già due leggi molto serie e severe che potevano essere semplicemente migliorate, visto che sono a tutt'oggi sono già applicate». Lo affermano in una nota i deputati del Movimento 5 Stelle della commissione Giustizia. 

«Abbiamo proposto - aggiungono - di ritirare la nostra relazione di minoranza, proposta rifiutata perché fare marcia indietro, sarebbe stato riconoscere che questa è una legge propaganda fatta solo per dare visibilità a Fiano. Non si deve credere che da domani cambi qualcosa, anzi. Se non fosse stato per un emendamento del Movimento 5 Stelle avremmo avuto pene minori per quanto è scritta male la legge. Da domani avremo una terza legge, che finirà nel nulla al Senato, che diventerà un ostacolo per le leggi Mancino e Scelba, questa la verità dei fatti, tanto tempo perso che poteva essere dedicato alle vere priorità del paese».


 

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