Preso Morabito, latitante da 23 anni:
bloccato in hotel con 13 telefonini

Una parte della villa dove viveva Rocco Morabito
Una parte della villa dove viveva Rocco Morabito
di Serafina Morelli
Lunedì 4 Settembre 2017, 08:53 - Ultimo agg. 5 Settembre, 11:39
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Catturato, dopo 23 anni di latitanza, il boss della ‘ndrangheta Rocco Morabito. È stato preso in Uruguay, in un hotel a Montevideo insieme alla moglie, una 54enne angolana con passaporto portoghese. Originario di Africo, feudo della cosca di Peppe ‘u Tiradrittu, era inserito nell’elenco dei cinque ricercati più pericolosi, insieme a Matteo Messina Denaro, Marco Di Lauro, Giovanni Motisi e Attilio Cubeddu.


Morabito, soprannominato ‘u Tamunga, dalla storpiatura del nome dell'indistruttibile fuoristrada tedesco Dkw Munga, risiedeva ormai da 13 anni nella località balneare di Punta del Este. Era conosciuto come Francisco Capeleto, una falsa identità brasiliana che gli aveva permesso di ottenere una carta d’identità uruguayana.  Si sospettava che fosse fuggito in Brasile ma le indagini in Uruguay erano scattate sei mesi fa, dopo che aveva iscritto una figlia a scuola sotto il suo vero nome. In italia il boss, che il 10 ottobre compirà 51 anni, deve scontare una condanna a 30 anni di carcere per associazione mafiosa e traffico di droga: gli agenti lo sorpresero a pagare 13 miliardi di lire per un carico di droga di quasi una tonnellata. Lo spaccio di cocaina fu una “passione” che iniziò a curare già da giovane: a 25 anni lasciò la Locride per trasferirsi a Milano dove era entrato nel giro dei giovani rampanti del centro per curare lo spaccio di droga. Ecco perché venne considerato per molto tempo il “re milanese della cocaina” e aveva molti rapporti d’affari con il Sudamerica.
 



«L'azione dello Stato contro la criminalità organizzata ha conseguito un altro importante risultato con l'arresto avvenuto a Punta dell'Este, in Uruguay, di Rocco Morabito». A sottolinearlo è il ministro dell'Interno, Marco Minniti, che si è complimentato con il capo della Polizia, Franco Gabrielli, e il comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette. «L'arresto di Morabito - continua Minniti - elemento di spicco dell'omonima cosca di Africo Nuovo e ritenuto il numero uno dei ricercati appartenenti alla 'ndrangheta, è il risultato dell'ottima attività di cooperazione investigativa internazionale tra la Polizia uruguayana e il Dipartimento della Pubblica sicurezza italiano, attraverso i rispettivi ufficiali di collegamento, che hanno consentito l'accertamento della vera identità del latitante, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria». Nel corso del blitz di domenica la polizia uruguaiana ha confiscato a Morabito una pistola, tredici cellulari, dodici carte d'identità e assegni in dollari. 

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