Le mani dei clan sulle discoteche:
morti, droga e zero controlli

Le mani dei clan sulle discoteche: morti, droga e zero controlli
di ​Francesco Lo Dico
Lunedì 21 Agosto 2017, 09:07
2 Minuti di Lettura
La brochure del Vanilla di Club di Iesolo prometteva una serata ispirata al grande sogno americano, «un mondo meraviglioso dove tutti sono felici». Ma la notte di Ferragosto ha regalato a Daniele Bariletti, 24enne veneziano, soltanto due pugni feroci che l'hanno scagliato in un coma profondo. «Nessuno può sentirsi escluso da tali barbarie», hanno scritto i suoi genitori nell'appello pubblicato su Facebook volto a individuare il suo aguzzino. Alcol ai minori, droghe per tutti, pestaggi, stupri, furti, prostituzione, norme di sicurezza calpestate, controlli inesistenti, infiltrazioni mafiose: della barbara estate del 2017, Daniele Bariletti è soltanto l'ultima vittima.

A dispetto del crollo verticale che ha investito il clubbing europeo (40 per cento di locali chiusi negli ultimi dieci anni), nell'Italia patria di Rimini e Riccione, le 2mila discoteche superstiti (erano 5mila nel 2007), continuano a muovere cifre da record, che nella fascia oraria che va dalle 18 alle 6 del mattino, secondo la Fipe «valgono 5,3 miliardi di euro di introiti diretti tra bar, discoteche e locali». La movida italiana mobilita d'estate 15 milioni di persone, orde di residenti e turisti disposti a spendere fiumi di denaro che in piccoli centri del Salento come Gallipoli, 20mila abitanti d'inverno, 500mila d'estate, possono valere un'intera economia. A Gallipoli, come nel resto d'Italia, la parola d'ordine è stipare i locali fino all'inverosimile. «La Praja denuncia Alessandro Toffi, salentino e socio di minoranza della stessa discoteca di cui detiene il 20 per cento - ha una capienza certificata di 2000 persone. Ma ogni notte i miei soci ne mettono dentro 5-6mila». Eppure tutti sembrano aver chiuso un occhio. «Ho scritto pochi giorni fa una pec a tutte le istituzioni in cui segnalavo i grossi pericoli che ogni notte corriamo nel continuare ad ammassare ragazzi all'interno delle mura della Praja, dove i ragazzi in coma etilico sono ogni notte una decina», racconta Toffi, ma i controlli si sono conclusi in un nulla di fatto. L'indice è puntato in particolare sulla notte del 27 luglio che ha visto al Praja il celebre dj Bon Sinclair. «Basta guardare le foto postate sui social quella notte attacca il manager - per rendersi conto che non c'erano 2mila persone. Nel locale c'erano circa 5000 persone (accanto una foto della serata). Hanno verbalizzato che era tutto regolare». In piccolo, è quanto registrato giorni fa a Ischia, dove è stata disposta la chiusura della discoteca Blanco dove due ragazzi napoletani - poi identificati ed arrestati con l'accusa di tentato omicidio - avevano accoltellato due minorenni di Giugliano e Marano, dopo averli malmenati per futili motivi. 

Continua a leggere sul Mattino Digital
© RIPRODUZIONE RISERVATA