La brochure del Vanilla di Club di Iesolo prometteva una serata ispirata al grande sogno americano, «un mondo meraviglioso dove tutti sono felici». Ma la notte di Ferragosto ha regalato a Daniele Bariletti, 24enne veneziano, soltanto due pugni feroci che l'hanno scagliato in un coma profondo. «Nessuno può sentirsi escluso da tali barbarie», hanno scritto i suoi genitori nell'appello pubblicato su Facebook volto a individuare il suo aguzzino. Alcol ai minori, droghe per tutti, pestaggi, stupri, furti, prostituzione, norme di sicurezza calpestate, controlli inesistenti, infiltrazioni mafiose: della barbara estate del 2017, Daniele Bariletti è soltanto l'ultima vittima.
A dispetto del crollo verticale che ha investito il clubbing europeo (40 per cento di locali chiusi negli ultimi dieci anni), nell'Italia patria di Rimini e Riccione, le 2mila discoteche superstiti (erano 5mila nel 2007), continuano a muovere cifre da record, che nella fascia oraria che va dalle 18 alle 6 del mattino, secondo la Fipe «valgono 5,3 miliardi di euro di introiti diretti tra bar, discoteche e locali». La movida italiana mobilita d'estate 15 milioni di persone, orde di residenti e turisti disposti a spendere fiumi di denaro che in piccoli centri del Salento come Gallipoli, 20mila abitanti d'inverno, 500mila d'estate, possono valere un'intera economia. A Gallipoli, come nel resto d'Italia, la parola d'ordine è stipare i locali fino all'inverosimile. «La Praja denuncia Alessandro Toffi, salentino e socio di minoranza della stessa discoteca di cui detiene il 20 per cento - ha una capienza certificata di 2000 persone. Ma ogni notte i miei soci ne mettono dentro 5-6mila». Eppure tutti sembrano aver chiuso un occhio. «Ho scritto pochi giorni fa una pec a tutte le istituzioni in cui segnalavo i grossi pericoli che ogni notte corriamo nel continuare ad ammassare ragazzi all'interno delle mura della Praja, dove i ragazzi in coma etilico sono ogni notte una decina», racconta Toffi, ma i controlli si sono conclusi in un nulla di fatto. L'indice è puntato in particolare sulla notte del 27 luglio che ha visto al Praja il celebre dj Bon Sinclair. «Basta guardare le foto postate sui social quella notte attacca il manager - per rendersi conto che non c'erano 2mila persone. Nel locale c'erano circa 5000 persone (accanto una foto della serata). Hanno verbalizzato che era tutto regolare». In piccolo, è quanto registrato giorni fa a Ischia, dove è stata disposta la chiusura della discoteca Blanco dove due ragazzi napoletani - poi identificati ed arrestati con l'accusa di tentato omicidio - avevano accoltellato due minorenni di Giugliano e Marano, dopo averli malmenati per futili motivi.
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Le mani dei clan sulle discoteche:
morti, droga e zero controlli
di Francesco Lo Dico
Lunedì 21 Agosto 2017, 09:07
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