«Ho recuperato il corpo di Tonino e ho pianto disperatamente sott'acqua»

«Ho recuperato il corpo di Tonino e ho pianto disperatamente sott'acqua»
di Nello Mazzone
Lunedì 14 Agosto 2017, 08:53 - Ultimo agg. 10:07
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«Dalla capitaneria di porto mi hanno allertato per intervenire nella Secca delle Formiche, ma non sapevo chi fossero i sub dispersi. Sono entrato nella grotta sotto le Formiche ed era tutto buio pesto. Mi muovevo a tentoni, tastando a mani nude le rocce perché era impossibile orientarsi altrimenti e quando ho scorto nella penombra un corpo ho visto che era Tonino. Il mio amico sub Tonino Emanato che ormai era morto e ho pianto disperatamente».

È la testimonianza di Paolo Ardizio, un operatore tecnico subacqueo che insieme al suo collega Pietro Sorvino ha recuperato intorno alle 14 di ieri il corpo senza vita di Antonio Emanato. Il corpo esanime era all'imbocco di una delle grotte della Secca. Una testimonianza drammatica raccolta dalla capitaneria di porto di Ischia, che indaga sulla tragedia consumatasi ieri mattina nel tratto di mare a ridosso del Regno di Nettuno.
 

 

Paolo Ardizio conosceva bene Antonio Emanato e a fatica rievoca quei terribili momenti. Poca voglia di raccontare un dramma che è anche suo personale.

«Conoscevo da tantissimi anni Antonio, insieme a lui abbiamo fatto centinaia di immersioni. Quando sono entrato nel buio della grotta e l'ho visto cadavere mi sono raggelato. È una scena che non dimenticherò più per il resto della mia vita». E quando gli si chiede se ha visto anche nella grotta incastrato il corpo senza vita di Lara spiega: «Lì sotto era tutto buio pesto per colpa della melma che ha intorbidito il fondale. Ho riportato in superficie il corpo di Tonino Emanato e poi sono scesi i sub dei vigili del fuoco e quelli del gruppo sub-speleologi. Non sono riuscito a vedere altro, anche se ho tentato di fare tutto il possibile».

Secondo una primissima ricostruzione, pare che Antonio non indossasse le bombole perché le avrebbe date a Lara Scamardella, nel tentativo disperato di salvarla. È andata così? «Quando ho visto Antonio - risponde Paolo Ardizio - lui non aveva le bombole e, conoscendo la sua grandissima esperienza e il suo enorme cuore e altruismo, è probabile che se le sia tolte per darle alla ragazzina che era in difficoltà. Un modo, forse, per consentirle di respirare e risalire meglio verso la superficie. Ma questa è solo una mia supposizione e lascio alla magistratura il compito di indagare e accertare tutto. Tra l'altro, per il rispetto della famiglia Emanato e del loro lutto, preferisco non parlare più di questa vicenda, ma voglio solo ribadire che Tonino era una persona eccezionale».

La verità su quello che è avvenuto nella grotta inabissata potrebbe arrivare da una microcamera go-pro che Antonio usava per le immersioni. 

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