Napoli, dktat del gruppo Dema al sindaco: saltano le dirigenti del Patrimonio

Napoli, dktat del gruppo Dema al sindaco: saltano le dirigenti del Patrimonio
di Valerio Esca
Giovedì 10 Agosto 2017, 10:47
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Cercansi dirigenti al Patrimonio. Al Comune di Napoli comincia la caccia al profilo giusto per sostituire le due figure apicali del servizio Patrimonio, oggi guidato dal direttore centrale Maria Aprea, mentre l'altra dirigente (a tempo determinato), Natalia D'Esposito, gestisce contemporaneamente «Demanio e Patrimonio» e «Politiche per la casa». La discussione è stata affrontata nelle scorse ore durante la riunione di maggioranza di Dema, alla quale erano presenti anche il sindaco de Magistris e il capo di gabinetto Auricchio. Il primo cittadino nel dibattito con i suoi fedelissimi si è detto aperto all'ipotesi di rotazione dei dirigenti. In particolar modo proprio Aprea e D'Esposito risulterebbero «stanche», oltre che «preoccupate». Da una parte il carico di lavoro, con D'Esposito chiamata a gestire due servizi, uno dei quali (Politiche per la casa) affidatole ad interim dopo la nomina, dall'altra il fiato sul collo della Corte dei Conti, per le continue indagini sul patrimonio del Comune, che coinvolgono direttamente o indirettamente le due dirigenti. Peraltro Aprea la settimana scorsa sarebbe stata raggiunta da un provvedimento disciplinare legato alla gestione dei cimiteri. In verità alla base il motivo è tutto politico. Perché sono finite sulla graticola Aprea e D'Esposito? Per la tanto contestata delibera sugli immobili abusivi, che porta proprio la firma delle due dirigenti. Si tratta dell'atto con il quale il Comune richiede il pagamento agli inquilini delle case abusive acquisite al patrimonio comunale, come recupero delle somme, per indennità di occupazione e risarcimento danni. Per una cifra forfettaria di 9mila euro (900 euro all'anno per gli ultimi dieci anni). Sui 6mila casi fino ad ora accertati sono già partite circa 4mila lettere. La delibera ha provocato all'interno della maggioranza un terremoto già nei mesi scorsi (il documento è stato approvato ad aprile), perché aveva di fatto sovvertito una richiesta del Consiglio comunale, ovvero bloccare le ingiunzioni. Gli uffici su impulso del Gabinetto sono invece andati avanti e il crac tra la dirigenza del servizio e il gruppo Dema è stato inevitabile. Qualche settimana fa un nuovo scontro, dopo l'invio di altre 400 richieste di pagamento. 

Una situazione che a Palazzo San Giacomo conoscono molto bene, e sulla quale le due dirigenti non hanno mai fatto mistero. Da quanto trapela dall'incontro con i suoi, de Magistris pare abbia espresso la volontà di dare maggiore respiro ad un servizio delicato quanto fondamentale per la salvezza dell'ente, con il piano di rientro basato quasi esclusivamente sulla vendita del patrimonio immobiliare. Ma che non ha portato ancora i risultati sperati. 

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