«La città deve essere piena di rifiuti», così l'emergenza veniva creata ad arte a Torre del Greco

«La città deve essere piena di rifiuti», così l'emergenza veniva creata ad arte a Torre del Greco
di Viviana Lanza
Mercoledì 9 Agosto 2017, 12:52 - Ultimo agg. 15:03
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«S'adda regnere a città e monnezza»: la città si deve riempire di immondizia. È una delle frasi balzate agli occhi degli inquirenti nell'inchiesta che punta sulla raccolta dei rifiuti nel Comune di Torre del Greco, su presunte irregolarità degli appalti e su ipotesi di associazione a delinquere, truffa, falso e corruzione che sono tra i reati contestati a vario titolo agli otto indagati, tra i quali c'è il sindaco Ciro Borriello. «L'hai schiatta' in cuorpo a chisti cca», è l'ira del primo cittadino catturata in una delle conversazioni intercettate e finite agli atti dell'inchiesta che da due giorni lo tiene in carcere in via cautelare. Per il gip Emma Aufieri il contenuto di questa come di altre conversazioni sono «la prova lampante» di interessi del sindaco che esulerebbero dal bene della collettività. 

«Il superiore interesse della collettività è lontano anni luce», scrive il giudice quando esamina le intercettazioni captate a fine 2014. Cosa accadeva in quel periodo? A leggere i dialoghi di Borriello e di alcuni suoi collaboratori sembra evidente una certa fibrillazione. Siamo nei mesi a cavallo tra novembre e dicembre 2014, il problema della raccolta dei rifiuti appare una priorità sebbene chi compie verifiche in strada non riferisce di particolari criticità. Il problema sembra essere la ditta Eco Ego srl, che in quel periodo ha in appalto il servizio di raccolta dell'immondizia cittadina a Torre del Greco. Secondo gli inquirenti Borriello, che è il sindaco e in quanto tale deve essere imparziale nelle sue scelte, vuole estromettere la Eco Ego. Il gip parla di «disegno preordinato». Per gli inquirenti che spiano dialoghi e incontri c'è odore di soldi. Tangenti. Vengono predisposti quotidiani e serrati controlli sul lavoro della Eco Ego, ed elevati verbali di contestazione che sfociano in penalità. Appare evidente che si punta alla risoluzione del contratto con la Ego Eco. Le intercettazioni captano quella che gli inquirenti definiscono «spasmodica ricerca», ricerca di un modo per far fuori la ditta appaltatrice e trasferire l'appalto alla società dei fratelli Balsamo. Comincia una vera e propria battaglia che arriva fino al Tar. La Ego Eco prova infatti ad opporsi. Ottiene dal Tar Campania una sospensiva dell'efficacia del provvedimento di risoluzione del contratto e di tutti i verbali di contestazione in forza dei quali sono state applicate le penalità per presunto inadempimento contrattuale. 
 


La giustizia amministrativa fissa la decisione al 14 gennaio 2015. «Ma come è possibile un rinvio così lungo...», si sente commentare. È Borriello che parla. «È pazzesco guarda...pazzesco». Seguono conversazioni in cui si ragiona sulle possibili contromosse. Èin questo periodo che gli 007 della Procura intercettano l'ira del sindaco. «E niente- tuona alzando il tono della voce - c'amma fa Salvato'...non è che putimm paga' se non raccolgono, s'adda regnere a città e munnezza, io chest' voglio...». 

È su questa frase che il gip si sofferma: «Borriello non è semplicemente interessato a risolvere il problema rifiuti a Torre del Greco» conclude, evudenziando come pur di colpire la ditta da estromettere si arrivi ad augurarsi una situazione critica (la città piena di rifiuti) e di fronte alle criticità previste piuttosto che attivarsi per evitarle ci si attivi per documentarle appena si concretizzano in modo da utilizzarle a proprio favore nella «battaglia» contro la Eco Ego. 

E tutto perché per favorire gli imprenditori Balsamo avrebbe da guadagnare tanto, tangenti da 20mila euro al mese, almeno per un anno, nell'anno tra il 2015 e il 2016 stando alle intercettazioni ambientali in auto di Massimo Balsamo e videoriprese degli incontri in via Litoranea. Addirittura si arriverebbe a certificare una emergenza igienico-sanitaria «strumentale - sostiene l'accusa - agli obiettivi che si era prefissato il sindaco» con l'indicazione, generica per gli inquirenti, di segnalazioni di cittadini e sopralluoghi effettuati. 

Sono otto in tutto gli indagati, tra cui oltre al sindaco ci sono i fratelli Massimo e Ciro Balsamo, imprenditori, e Francesco e Virgilio Poeti che si sarebbero prestati a manovre finanziarie ritenute opache. Tutti potranno chiarire nei vari passaggi dell'iter giudiziario la propria versione dei fatti e la propria difesa. All'indomani delle misure cautelari disposte dal gip agli atti c'è per ora la tesi dell'accusa. Una tesi che poggia su rilievi investigativi, intercettazioni, analisi di documenti finanziari. 

Dagli atti spunta anche il sospetto di «soffiate», come le informazioni su gare da appalto non ancora bandite che Borriello avrebbe fornito a Balsamo suggerendo la creazione di società ad hoc («Non potete fare una società con qualcuno per partecipare?»), influendo su di loro («So chi deve vedere le cose»), salvando almeno all'apparenza la legittimità («Però aggia fa vede' che e gente fann a gara») e assicurando l'inserimento in ruoli decisionali di persone che agiscano in modo conforme ai desiderata degli imprenditori amici.

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