L’accordo segue le cessioni dei business vinicoli Lapostolle in Cile e Ch?teau de Sancerre in Francia, anch’essi entrati nel perimetro aziendale nel contesto dell’acquisizione di Grand Marnier. Il valore complessivo delle cessioni relative ai business non strategici di Grand Marnier è di circa 85,8 milioni di euro. Ma veniamo agli indicatori principali della semestrale.Nel primo semestre 2017 i ricavi di Campari si sono attestati a 844,7 milioni di euro (+13,5% rispetto allo stesso periodo del 2016), con una crescita organica del 6,8% che ha beneficato di un effetto cambio dell’1,8%. L’utile di gruppo è stato di 108,6 milioni, in crescita del 61,7%. L’Ebita rettificato è salito dell’11,5% a 191,7 milioni (+11,5%), l’indebitamento finanziario netto è cresciuto nei sei mesi da 1,19 a 1,25 miliardi e l’utile rettificato si è attestato a 93,5 milioni (+21,1%). Il dato, ha osservato la società, «considera l’acquisizione di Bulldog, il pagamento del dividendo, la cessione del business vinicolo cileno e il cash outflow delle operazioni di liability management».
Nel primo semestre «abbiamo registrato risultati molto positivi per quanto riguarda tutti gli indicatori di performance sia a livello organico che complessivo» ha detto il Ceo Bob Kunze-Concewitz. «Rimaniamo fiduciosi sul conseguimento di una performance positiva nell’anno per i principali indicatori» anche se «riteniamo che il progressivo rafforzamento dell’Euro nei confronti del Dollaro USA possa determinare un impatto sfavorevole nel secondo semestre».
Ma evidentemente Piazza Affari si aspettava qualcosa di più. Niente brindisi per Campari.