Capodimonte, tesori a rischio: il museo è senza aria condizionata

Capodimonte, tesori a rischio: il museo è senza aria condizionata
di Francesco Pacifico
Lunedì 31 Luglio 2017, 09:49
2 Minuti di Lettura
Per avere un po' di vero refrigerio al Museo di Capodimonte bisogna salire al secondo piano, sala 82, poco lontano dalle statue di Gemito, dove il direttore Sylvain Bellenger e Laura Trisorio hanno allestito la mostra di Jan Fabre Naturalia e Mirabilia. Soltanto qui, dove è esposta la spada spagnola che l'artista belga ha realizzato ricoprendola con corazze naturali e iridescenti di scarabeo, l'aria condizionata funziona. Però basta allontanarsi di pochi metri, nella celletta che aiuta il visitatore a immergersi e immedesimarsi nella Flagellazione di Cristo di Caravaggio, e la temperatura supera i 35 gradi. Una leggerissima brezza si percepisce invece al primo piano davanti al Paolo III con il camauro di Tiziano. Mentre nella collezione contemporanea dedicata a Graziella Buontempo che è stata collocata al terzo piano, dove i soffitti sono a vetrate, il clima incandescente rende ancora più reale e vigoroso l'impatto con il Vesuvius esplosivo di Andy Wahrol.

Al museo nazionale di Capodimonte si gela d'inverno e si soffoca d'estate. Perché qui, nella pinacoteca che ospita forse la collezione più varia e imponente di arte rinascimentale in Italia, il sistema di aerazione non funziona da almeno un anno. E se funziona, lo fa a singhiozzi. Boccheggiano i custodi, che quando possono provano a piazzare le loro sedie davanti alle finestre o alle porte per sperare di intercettare un po' di corrente. Ansimano e si lamentano con molta cautela i visitatori, anche perché qui quando arrivano grupponi di turisti o le scolaresche l'aria diventa irrespirabile. Lo sanno bene alla biglietteria al piano terra, dove gli addetti, quando vedono avventori muniti di acqua minerale, prestano loro borsette di stoffa per nascondere le vietatissime bottigliette. Senza contare i danni che l'umidità e gli sbalzi di temperature possono arrecare alle tele.
© RIPRODUZIONE RISERVATA