Impegnata nell'incontro con gli eletti del M5S la sindaca romana almeno nell'immediato non replica. I suoi prendono tempo: «Aspettiamo di vedere le carte», spiega la presidente della commissione cultura di Roma Capitale, Eleonora Guadagno (M5S). «Sicuramente - continua - ci sarà un incontro ufficiale con il ministro dei Beni Culturali Franceschini e speriamo che accolga la nostra richiesta di allargare il Parco Archeologico a tutta la città metropolitana».
Ancora una volta, comunque, è colpo di scena. Nelle lunghe pagine del provvedimento, la sesta sezione del Consiglio di Stato presieduta da Sergio Santoro definisce fondato in tutto e per tutto l'appello del Mibact contro i giudici del Tar e infondato il ricorso della sindaca contro l'istituzione del Parco del Colosseo e la riorganizzazione dell'area archeologica centrale. Il percorso, quindi, riprende da dove era stato bloccato. Riparte innanzitutto il concorso internazionale che avrebbe dovuto portare già entro giugno alla nomina di un direttore manager per l'Anfiteatro Flavio ed il suo enorme parco, il più grande di tutti con i suoi 78 ettari di meraviglie, dal Colosseo ai Fori, il Palatino, la Domus Aurea, solo per citare i monumenti più celebrati e visitati della Roma antica. Quando sono state bloccate, un mese e mezzo fa, le procedure per la selezione erano già abbastanza avanzate, mancavano solo gli orali.
La nomina del nuovo direttore, quindi, potrebbe arrivare già entro l'autunno.
E si riparte anche con la nuova organizzazione che prevede che tutto quello che non rientra nel Parco del Colosseo sia gestito da una soprintendenza archeologica speciale. Il ministro, che qualche settimana fa aveva incassato un'altra soddisfazione dal Consiglio di Stato con il reintegro dei cinque direttori di musei autonomi 'bocciatì dal Tar (in questo caso però la sentenza definitiva è attesa per il 26 di ottobre), oggi gongola: «Anche Roma con il Parco archeologico più importante e visitato al mondo potrà allinearsi con i musei e i luoghi della cultura che stanno vivendo una stagione di successi grazie alla riforma del sistema museale italiano e ai nuovi direttori», commenta accogliendo la decisione del Consiglio di Stato. Tant'è, se due settimane fa aveva limitato al minimo i commenti, questa volta Franceschini non risparmia parole e va giù duro, arrivando anche a chiedere le scuse da parte di chi lo ha attaccato. «Sono stati spesi fiumi di parole sui giornali e sui social network con giudizi affrettati e perentori sugli errori giuridici che il Mibact avrebbe commesso, in quantità almeno equivalente allo stupore per la sentenza sulla stampa internazionale - dice -. Ora mi attendo, per onestà professionale, altrettanti articoli riparatori».