Dom Perignon 2000 Plenitude P2
il coraggio dell'armonia da bere

Dom Perignon
Dom Perignon
di Luciano Pignataro
Martedì 20 Giugno 2017, 05:44
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Il tema scelto da Dom Perignon per presentare l'ultimo nato, il Plenitude 2000 da uve chardonnay e pinot noir, risultato di sedici anni di elaborazione di un annata tutt'altro che facile da gestire, è il tempo. Dalla terrazza della Casa dei Cavalieri di Malta le rovine della Città Eterna rivelano l'ambizione su cui lo chef de cave Richard Geoffroy sta lavorando da alcuni anni a questa parte. In un mondo assillato dalla velocità e dalla quantità solo ciò che richiede tempo e lentezza acquista valore e diventa eterno. Ma non basta essere solo capaci di resistere al tempo, bensi di usarlo per migliorare, conquistare il coraggio dell'armonia e della affidabilità.
E l'armonia non è stata facile da trovare con questo millesimo complesso che dopo 16 anni si presenta all'appuntamento in perfetta forma. Non ci si sofferma a parlare dei sentori, freschi di pompelmo, minerali, balsamici, e del palato assolutamente perfetto, integro, profondo. No, il tema, racconta Geoffry, è che un Dom Perignon può vivere anche cento anni. Questa, alla fine è la scommessa che ogni presentazione rilancia nel tempo: «Dom Pérignon si concentra sul concetto dello scorrere del tempo, sulla sedimentazione degli anni necessari affinché profondità di questi anni che Dom Pérignon realizza la sua magia e porta alla vita un Millesimato trasformato».
Il gioco sul tempo è anche quella del menu, affidato a Roscioli in una sequenza di piatti classici, a signficare appunto che questo Champagne, come gli altri di Dom Perignon, non sono l'effimero, la moda di un momento, ma l'esaltazione della precisione e del metodo.
Ogni Vintage Dom Pérignon evolve gradualmente e, durante il suo percorso di maturazione, compie una serie di metamorfosi che ne esaltano le caratteristiche: sono appunto le «Plénitude». La seconda anela alla perfezione, provare per credere.
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