Nerano, torna Pasta in spiaggia
Tredici ricette con tredici formati

Spaghetti alla Nerano
Spaghetti alla Nerano
di Luciano PIgnataro
Domenica 18 Giugno 2017, 08:09
3 Minuti di Lettura
Qualcuno sa dire dove sono nati gli spaghetti al pomodoro? Il ragù? O qualsiasi altra ricetta che ha fatto la storia della cucina italiana? La forza degli spaghetti alla Nerano forse è anche questa: si sa tutto con molta precisione.
Secondo la leggenda, il famoso piatto fu elaborato per la prima volta per soddisfare le aspettative notturne di Francesco Caravita, principe di Sirignano, noto come Pupetto, in navigazione da Capri a Positano, nel ristorante «Maria Grazia», il locale in voga già negli anni Cinquanta del secolo scorso. Quella sera, forse nel 1952, quando approdò l'illustre ospite sul pontile di fortuna che collegava il mare ai ciottoli di quella spiaggia, la dispensa di Maria Grazia, era praticamente vuota.
Erano rimasti le ultime zucchine dell'orto di famiglia, i residui di un caciocavallo (a capa), insieme a qualche altro formaggio locale (pecorino e caciotta secca, sicuramente non c'era il provolone del monaco, riscoperto solo negli anni Ottanta). L'olio e il sale, il basilico e gli spaghetti (con l'acqua di cottura) appena mantecati in padella completarono gli ingredienti per allestire il piatto da servire al principe Pupetto. Quella sera, probabilmente, è nato lo spaghetto con zucchine alla Nerano.
Il mistero degli ingredienti che racchiudono questa ricetta alimenta una intrigante leggenda che evidentemente suscita fascino e curiosità. Ognuno ha il suo segreto e non c'è nulla da fare, difficilmente la rivela.
Lo scorso anno, su una felice intuizione del direttore del Consorzio della Pasta di Gragnano Igp, Maurizio Cortese, e della presidente del Consorzio AmoNerano Mariella Caputo, si è organizzata una serata semplice, la spaghettata in spiaggia con tutte le cucine. Si sono contati 8000 piatti serviti che hanno ribadito che la pasta è un alimento pop di cui la nostra cultura gastronomica non può fare assolutamente a meno. Che tristezza vedere un giovane che vuole dimostrare di essere figo che prepara un risotto invece di un piatto di pasta. Per fortuna la rivoluzione gastronomica italiana ha rimesso le cose a posto e proprio in queste terre, le terre delle Sirene, la pasta viene celebrata con ali alimenti del futuro, l'orto e il mare.
Qui, in questa spiaggia dove ogni anno passa il mondo, è nata una ricetta esprime l'estate e che noi vorremmo mangiare tutto l'anno. Stavolta le preparazioni saranno tredici, con tredici formati usati da tredici ristoranti dei dieci pastifici. Un evento importante e gioioso, che sottolinea la centralità di questo cibo per noi identitario, un tema su cui insiste il presidente del Consorzio Giuseppe Di Martino.
C'è chi fa le spallucce di fronte a queste iniziative: Nerano e la pasta non hanno bisogno di pubblicità. Peccato che i manager della Coca Cola o delle grandi maison di Champagne siano invece convinti che la promozione non è mai abbastanza e che bisogna continuamente alimentare la leggenda e i contenuti di una storia che ha attraversato più più di una generazione. Non avere avuto la forza, e l'intelligenza, di promuovere quello che abbiamo è stato uno degli handicap del Mezzogiorno che si è risollevato proprio grazie all'agroalimentare da quando è uscito dallo stretto orizzonte del proprio campanile.
Domani dunque tutti a Nerano per provare se non tutti almeno qualcuno dei tredici piatti.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA