«Quando abbiamo cominciato - afferma ancora - questa idea non era contestata.
Ma ora, nel mondo ci sono persone lasciate indietro dalla globalizzazione e movimenti che spingono per il tirarsi indietro dalla connessione globale. Ci sono dubbi sul fatto possiamo creare una comunità globale che funzioni per tutti, e se il nostro percorso futuro è quello di collegare di più o di invertire la rotta». Cambiare passo, dunque, perché «le nostre più grandi opportunità sono ormai globali, come diffondere la prosperità e la libertà, la promozione della pace e della comprensione, aiutare le persone povere e accelerare lo sviluppo scientifico». Ma per Zuckerberg anche le «sfide più grandi hanno bisogno di risposte globali, come porre fine al terrorismo, la lotta al cambiamento climatico, e la prevenzione delle malattie. Il progresso richiede che l'umanità si riunisca, non solo nelle città o nelle nazioni, ma in quanto comunità globale». E a tal fine, il fondatore di Facebook ha riferito di aver disposto «l'investimento di sempre maggiori risorse a tale bisogno», perché «la mia speranza è che un crescente numero di persone impegni la propria energia per costruire l'infrastruttura sociale a lungo termine necessaria a riunire l'umanità».