L’amaro sfogo di Renzi con i suoi
«Avevano già deciso di farmi fuori»

L’amaro sfogo di Renzi con i suoi «Avevano già deciso di farmi fuori»
di Nino Bertoloni Meli
Venerdì 17 Febbraio 2017, 08:28
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Quel «fermatevi» agitato, gridato quasi, da Bersani suona come un «addio» alle orecchie di Renzi. Si dice «fermi tutti», va letto «scissione». «È da tempo che la stanno preparando, non sono sorpreso», avrebbe sibilato il leader con i suoi, spiegando che lo sbocco della vittoria del No al referendum, secondo la ex minoranza ora sul punto di andarsene, erano le dimissioni del segretario con congresso immediato. Che infatti avevano chiesto, salvo poi pentirsene quando hanno visto e capito che di fare le valigie Matteo il pugnace non aveva neanche l’intenzione. «Hanno uno strano concetto di democrazia. Restano solo se il capo lo decidono loro, ed è chiaro che non devo essere io», ha poi spiegato ai suoi Renzi, che comunque non rinuncia a un ultimo appello: venite al congresso lo avete chiesto voi. Il segretario e i suoi aggiungono: ci abbiamo provato fino all’ultimo ma è tutto pretestuoso, non hanno leadership né numeri.

Si conclude la storia del Pd per come è stata conosciuta finora. Chiude i battenti quel partito nato dalla fusione tra Ds e Margherita che doveva sussumere l’Ulivo per andare oltre, anche elettoralmente, come in effetti riuscì a fare (quasi 34 per cento con Veltroni leader, oltre il 40 per cento con Renzi, più o meno gli stessi voti in cifra assoluta). La separazione non consensuale dovrebbe avvenire domenica all’assemblea nazionale del Pd: dopo i primi interventi, uno della minoranza si alza, va alla tribuna e legge un documento nel quale sono illustrate le ragioni della scissione, quelli già elencati da Pierluigi Bersani nella sua lettera sul «fermatevi» («il Pd è diventato il partito personale di uno», l’accusa più acuminata). Renzi è già in movimento per recuperare sul versante sinistro: ha visto a Milano Pisapia, che in prospettiva sarà alleato elettorale. 

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