Silvestri tra gli «Acrobati» del cantautorato con Caparezza, Funky Pushertz & Co

Daniele Silvestri
Daniele Silvestri
di Federico Vacalebre
Mercoledì 24 Febbraio 2016, 22:08
2 Minuti di Lettura
Settantaquattro minuti, diciotto canzoni: già la quantità potrebbe dire
qualcosa sul flusso di creatività da cui nasce un disco come «Acrobati» in
tempi stitici come i nostri: «È un album pieno, nato da impulsi anche
divergenti, frutto di una passione insperatamente ritrovata», conferma
Daniele Silvestri, che torna solista dopo il successo del trio con Fabi e
Gazzè.

Un album variegato, a tratti ferocemente emozionante: «Con l'età ho sempre
meno certezze  e slogan, più dubbi e confusioni. Ci sono temi scottanti,
ma magari conta più lo stile con cui lo racconto che la volontà di
denunciare problematiche purtroppo note a tutti». Si prenda «Monolocale»,
storia di una donna, delle ordinarie violenze subite e della poco
ordinaria violenza finale che potrebbe compiere su se stessa: «È vero, qui
conta la situazione: lei chiusa tra quattro mura. Il suo passato, il
futuro che le sembra persino peggio, una pistola a portata di mano. Che
cosa farà?». Delicato quando canta l'amore, divertito da tante nuove
collaborazioni (Diodato, Diego Mancino, Dellera), Daniele passa dalla
ballata all'elettronica, dal rock al funky, con Caparezza mette in
burletta persino se stesso («La guerra del sale» aveva come titolo
ipotetivo «Salerò»), azzarda il dialetto napoletano in «Bio-boogie»
deridendo la mania salutista con la complicità dei Funky Pushertz,
esilarante crew hip hop-funky reggae di Torre del Greco: «Me li ha fatti
scoprire Roy Paci, loro erano perfetti per l'ironia, lo stile, la scelta
della lingua napoletana, ma anche perché interessati all'argomento
gastronomico, vista la loro produzione». «La mia casa» è l'elogio di un
internazionalismo da viaggiatore più che da turista, «A dispetto dei
pronostici» è una sorta di «Guerra di Piero» riscritta al tempo delle
manifestazioni no global. «La mia routine» parla di un Bartebly lo
scrivano dei giorni nostri, o forse di tutti noi.

Debutto in tour sabato da Foligno, il 2 marzo special su Sky Arte, approdo
a Napoli il 22 marzo, all'Augusteo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA