Ue, arrivata la lettera all'Italia: ok a sconto sul deficit, ma con calo del debito

Moscovici (Ansa)
Moscovici (Ansa)
Mercoledì 12 Luglio 2017, 16:34 - Ultimo agg. 13 Luglio, 09:11
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La Commissione europea dà il suo via libera, non ancora ufficiale, ma sostanziale, allo sconto chiesto dall'Italia sulla manovra per il prossimo anno. L'aggiustamento dei conti potrà essere meno pesante del previsto, purché l'Italia assicuri il rispetto di due raccomandazioni fondamentali: il calo del debito e la riduzione della spesa pubblica.

La lettera con cui Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici hanno risposto alle richieste avanzate a fine maggio da Pier Carlo Padoan prelude, di fatto, a un via libera al Documento programmatico di bilancio che il Mef presenterà in autunno insieme alla Nota di aggiornamento del Def. Tanto da far sbilanciare anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, pronto ad accogliere la «buona notizia» in arrivo da Bruxelles. «Sono fiducioso - ha detto il premier - che l'Italia che ha sempre rispettato le regole europee ottenga ragione sul fatto che le regole si rispettano ma su un percorso che tenda a incoraggiare la crescita ma non la deprima».

Senza dare peso alle polemiche degli ultimi giorni sulla proposta di Matteo Renzi di alzare al limite l'asticella del deficit, la Commissione non fa cifre, non esprime giudizi sullo 0,3% di correzione ritenuto adeguato dal Tesoro in sostituzione dello 0,6% previsto dalle regole. Guardando gli interventi necessari per disinnescare l'aumento dell'Iva utilizzato come clausola di salvaguardia significa che l'Italia risparmierebbe circa 9 miliardi che avrebbe dovuto usare a questo scopo. Nella lettera la commissione Ue segue le logiche ripercorse dall'Italia nella richiesta. Assicura che utilizzerà «un certo margine di discrezione» considerando le deviazioni dal percorso di aggiustamento previsto dalla cosiddetta «matrice».

Nella sua valutazione terrà conto «in modo equilibrato» dei due obiettivi ritenuti ormai paritari: sostenere la ripresa e garantire la sostenibilità di bilancio. In pratica un riconoscimento alla linea che Padoan ha intrapreso da tempo e che va ripetendo in tutte le occasioni di incontro, nazionali e internazionali, per convincere interlocutori italiani ed europei della necessità di perseguire la «via stretta» tra crescita e consolidamento. L'output gap, criticatissimo non solo in Italia, non sarà più quindi l'unico strumento di valutazione dell'ammontare della correzione, accetta anche in questo caso la Commissione, ma Roma dovrà fare la sua parte. Dovrà cioè rispettare le raccomandazioni Ue: assicurare il calo del debito pubblico e ridurre la spesa primaria.

Nel 2018 una riduzione del deficit nominale ulteriore rispetto ai risultati già conseguiti, sebbene inferiore a quella indicata nel Def, consentirebbe al Governo di proseguire in una politica in qualche modo espansiva per l'economia. L'idea di fondo è quella di poter continuare a ridurre le tasse, intervenendo sul cuneo fiscale, ma anche oggi Padoan non si è fatto trascinare dall'entusiasmo. «Bisogna valutare con attenzione come usare lo spazio fiscale, se limitato. - ha avvertito - Non tutti i tagli delle tasse hanno gli stessi effetti su crescita e occupazione».

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