Treni Frecciarossa, biglietti più cari
la battaglia approda Senato

Treni Frecciarossa, biglietti più cari la battaglia approda Senato
di Elena Romanazzi
Venerdì 20 Gennaio 2017, 00:00 - Ultimo agg. 21 Gennaio, 10:55
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 Il caso abbonamenti Alta velocità finisce in Parlamento. Il presidente della commissione Lavori Pubblici al Senato, Altero Matteoli, si è mobilitato. Martedì prossimo verrà ascoltato l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini e l’auspicio è che dia la stessa disponibilità anche l’ad di Trenitalia Barbara Morgante. «Sarà l’occasione - spiega Matteoli - per chiarire le motivazioni alla base dei rincari degli abbonamenti per i pendolari che viaggiano sulle linee dell’Alta velocità». «Rimango dell’opinione - aggiunge il senatore di Forza Italia - che questa decisione improvvisa, che colpisce pesantemente lavoratori e studenti pendolari, debba essere ritirata».

I tempi sono stretti. Mancano pochi giorni alla fine del mese ed è tempo di rinnovo degli abbonamenti. Aumenti insostenibili per i più. Per gli oltre 2mila pendolari che si muovono sulla tratta Salerno-Napoli-Roma è tempo i decisioni. Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio considera gli aumenti eccessivi. «Capisco le ragioni dell’azienda, ma capisco anche le ragioni dei pendolari». Come se ne esce da questa situazione? «La mia moral suasion all’azienda - aggiunge Delrio - è pensare ad uno scalettamento degli aumenti, mentre alle Regioni chiedo di sedersi intorno ad un tavolo. La nostra disponibilità ad un tavolo c’è tutta».

Il presidente della Campania, Enzo De Luca è disponibile. «Mi associo - spiega - alle iniziative che verranno intraprese dal governo e sono pronto a partecipare al tavolo per tutelare i pendolari». Ma difficilmente si può ipotizzare un aiuto concreto in termini economici come fa l’Emilia Romagna e come sta per fare la Lombardia. Il caso è tutto aperto. Le Ferrovie continuano su una linea difensiva. Sul rincaro degli abbonamenti dell’Alta velocità «si e’ montata una grande polemica su numeri molto piccoli poichè l’aumento del 35% riguarderà 600/700 persone in Italia, visto che riguarda l’abbonamento sette giorni che è utilizzato da un 10% circa dei nostri pendolari che sono 7.000 in tutta Italia».

A sostenerlo, a margine di un convegno l’ad di Fs, Renato Mazzoncini. Nonostante i piccoli numeri, e «siccome ogni persona è importante», ha spiegato Mazzoncini «il problema è capire quali sono i meccanismi di compensazione. Siccome stiamo parlando di risorse abbastanza contenute, credo che si possa provare a trovare degli accordi con le regioni, sull’esempio lanciato dall’Emilia Romagna». «Il fatto che con gli abbonamenti non ci si guadagni - aggiunge il manager - è certificato dal fatto che i nostri competitors, cioè Ntv non intendano farli». 

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