Pensioni, Boeri attacca:
impegni governo non credibili

Pensioni, Boeri attacca: impegni governo non credibili
Venerdì 28 Ottobre 2016, 14:45 - Ultimo agg. 29 Ottobre, 08:54
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«Mi sembra che gli impegni del governo non siano tanto credibili. Speriamo che nella seconda fase del confronto con i sindacati, il prossimo anno, si possa mettere in campo una strategia coerente. Bisogna vedere se il governo avrà la forza per farlo». Così il presidente Inps, Tito Boeri, a un workshop sul welfare organizzato a Torino. E precisa: «Mai pensato che gli impegni del governo sono poco credibili. Anzi, le osservazioni che in passato ho rivolto all'esecutivo le ho fatte proprio perché so che il governo si impegna seriamente sui suoi piani. Ma oggi mi sono espresso unicamente sul tema delle salvaguardie precisando che ci avevano detto che la settima sarebbe stata l'ultima invece ora c'è l'ottava e ho già il tam tam della nona». 

«L'Ape volontario comporta penalizzazioni molto forti, ci sono ad esempio gli interessi da pagare agli istituti di credito. Credo che non sia tanto conveniente, non so quante persone vi aderiranno». Lo ha detto il presidente dell'Inps, Tito Boeri, parlando dell'anticipo pensionistico previsto dalla riforma, a un workshop sul welfare a Torino. Diverso il discorso, secondo Boeri, per quanto riguarda l'Ape social, l'anticipo pensionistico a carico dello Stato: «Non prevede penalizzazioni, interessa in gran parte disoccupati di lunga durata. La platea dei beneficiari potrebbe essere molto ampia». 

«Secondo le nostre stime, ciò che oggi è scritto nella legge di bilancio - gli interventi sulla quattordicesima, sui lavoratori precoci e la sperimentazione sull'Ape social - aumenta il debito pensionistico di circa 20 miliardi». «Poi - prosegue Boeri - ci sono i costi legati all'estensione della fascia di reddito non tassata per i pensionati, più i crediti d'imposta per chi chiede l'Ape di mercato». Interventi che, se l'Ape social dovesse essere esteso nella forma attuale anche oltre il 2018, farebbero salire i costi di altri 24 miliardi. Portando il costo complessivo degli interventi sulle pensioni a 44 miliardi di euro. Ma c'è di più: non solo il prolungamento dell'Ape social è un'eventualità che Boeri non esclude, ma rischia invece di essere accompagnato da un allargamento della platea dei beneficiari, considerando le spinte politiche e sociali cui darà vita.

Critiche rifiutate da Pier Carlo Padoan, che a sua volta ha ricordato che è la riforma proposta dall'Inps ad implicare un aumento dei costi previdenziali: «Le nostre proposte - specifica invece Boeri - riducevano il debito pensionistico ed era anche prevista una riduzione parziale di certe pensioni attuali. Abbassavamo così il debito pensionistico di circa il 4% del prodotto interno lordo». Cioè circa 60 miliardi in meno. Che, secondo Boeri, non sarebbe stata un'operazione radicale: «Sulle pensioni attuali i tagli erano previsti a contare dai 5.000 euro lordi al mese verso l'alto e solo sulla differenza fra quanto giustificato dai contributi versati e quanto le persone ricevono. In rari casi ci sarebbe stata una riduzione della pensione appena superiore al 15%. Non drammatico dal punto di vista sociale». 

 

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